– La tradizione dei titéres e il metateatro di Lorca –
di Alessandra Giella, Federica Melillo, Nicole Parente – 5ªL2 –
“El teatro es la poesìa que se llevanta del libro y se hace humana. Y al hacerse, habla y grita, llora y se desespera. El teatro necesita que los personajes que aparezcan en la escena lleven un traje de poesìa y al mismo tiempo que se les vean los huesos, la sangre.”
Il giorno 21 febbraio 2019, le classi dell’indirizzo linguistico del liceo Telesi@ hanno assistito allo spettacolo teatrale “El retablillo de Don Cristòbal”, opera minore di Federico Garcìa Lorca in origine destinata ai titéres, i burattini, riadattata dalla compagnia “La Mansarda” per poter essere messa in scena da attori.
Don Cristòbal è un uomo avido e bruto che cerca una ragazza bella e giovane da sposare. I suoi desideri coincidono con quelli della madre di Doña Rosita, che aspira a trovare un buon pretendente per sua figlia; così, i due si accordano per raggiungere i propri scopi, a discapito degli altri personaggi. Rosita, tuttavia, riesce ad ingannare suo marito e ad incontrare i suoi amanti, fino a dare alla luce cinque figli che afferma essere di Don Cristòbal. La vicenda è scandita da urla, fraintendimenti e colpi di cachiporra.
Nella versione presentata dalla compagnia il finale è stato rivisitato: mentre nell’opera originale il perfido Don Cristòbal uccide la madre di Doña Rosita e condanna la sua sposa ad una vita di violenze ed oppressione, questa volta sarà la madre a percuotere Don Cristòbal per mettere in salvo sua figlia. In questo modo lo spettacolo è stato attualizzato, prendendo le distanze dall’ottica violenta e patriarcale radicata nella Spagna rurale del tempo, che Lorca riprende e denuncia in molte delle sue opere, pur mantenendo tutte le caratteristiche più piacevoli e spassose della tradizione.
Dopo lo spettacolo, gli attori della compagnia si sono trattenuti sul palco per rispondere alle domande degli spettatori: la scelta di portare in scena un’opera minore di Lorca, e non uno dei suoi grandi capolavori come “Boda de Sangre” o “La Casa di Bernarda Alba”, infatti, ha suscitato l’interesse e la curiosità degli studenti. È stata una decisione dettata dal desiderio di coinvolgere il pubblico trasmettendo quelle emozioni semplici che solo il teatro popolare riesce a veicolare: i burattini, infatti, sono i veri antenati del teatro, portavoce di una tradizione antica che Lorca ha voluto esaltare e celebrare, un’arte antica che anche l’Italia condivide, con le famose guarratelle napoletane.
Confrontarci con gli attori ci ha consentito di riflettere su tutte le caratteristiche più interessanti di quest’opera e de “los titéres de cachiporra” in generale, come la tecnica del metateatro, il “teatro nel teatro”: l’autore che sale sul palcoscenico e parla al suo pubblico, stabilendo un contatto diretto; il teatro che inscena se stesso. Quale opera sarebbe più adatta, dunque, ad approcciare Lorca e le sue opere?
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El 21 de Febrero algunas clases de la escuela de idiomas han participado al espectáculo teatral “El retablillo de Don Cristobàl”, obra menor de Federico Garcìa Lorca destinada a la representación con los titéres, convertida por la compañía “La mansarda” para ser representada por actores.
Don Cristobàl busca una joven mujer para casarse. Él se acuerda con la madre de doña Rosita, que desea un buen pretendiente para su hija. Pero doña Rosita engaña su marido, se encuentra con sus amantes y da a luz cinco hijos afirmando que son de Don Cristobàl. El hombre, enfadado, golpea las dos mujeres con una cachiporra. Posteriormente mata la madre y condena doña Rosita a una vida esclavizada.
Sin embargo la trama auténtica de la obra se ha modificada por los autores de la representación teatral. En la parte final, Don Cristobàl está a punto de pegar a doña Rosita cuándo llega su madre que salva su hija, toma la cachiporra de la mano del hombre y lo golpea.
La obra representa la antigua tradiciòn del teatro de los titères y un ejemplo de metateatro: el teatro que habla de sì mismo; el autor que sale a escena para establecer un contacto directo con su pùblico.
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