di Angelo Romano e Mattia Tremigliozzi –
Il giorno 02/02/2019 i ragazzi delle classi 3ªSA1, 3ªSA2, 3ªSA3, 4ªSA1, 4ªSA2 hanno visitato la mostra “Oltre la notte – Da Curia a Solimena – Capolavori di pittura meridionale” al Centro Commerciale Jambo di Trentola Ducenta, un comune dell’Agro aversano. Ed è proprio qui, nella terra di Gomorra, che sono state esposte opere d’arte in un luogo sottratto ai mafiosi. La straordinaria bellezza della pittura ha ridato luce ad una terra dove il buio della notte è stato a lungo rappresentato dal potere dei clan mafiosi che hanno determinato le sorti di una terra nota oggi per aver dato i natali ai boss dei casalesi. Il Jambo, fino agli inizi di dicembre del 2015, era nelle mani di Michele Zagaria, l’ex numero uno del clan dei casalesi che aveva il pieno controllo delle sorti amministrative del comune di Trentola-Ducenta e del centro commerciale. Per la sua posizione ed essendo l’unica realtà commerciale del territorio, ne aveva favorito l’espansione fino a farlo diventare un centro di riciclaggio e di rinvestimento per tutte le attività criminali. Tre anni fa lo Stato è intervenuto e oggi ha la completa gestione amministrativa ed economica dell’azienda. Dopo il buio di un passato di collusioni e interazioni con la criminalità organizzata, a tre anni esatti dal sequestro del centro commerciale, “Oltre la notte” è il coronamento della collaborazione tra l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata e la Magistratura, che insieme hanno avviato il radicale risanamento etico, morale, organizzativo, gestionale e commerciale del Jambo. Nell’ottica di questa collaborazione già in passato, esattamente il 13 settembre del 1982, veniva approvata la legge 646, nota come Rognoni-La Torre. Per la prima volta nel codice penale venivano introdotti il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis) e la norma per la confisca dei beni ai boss, con il loro conseguente riutilizzo sociale. Pio La Torre fu il primo firmatario della proposta di legge da cui nacque poi il testo formativo, che lui amava definire “una legge per la democrazia”. Il rimpiego di beni confiscati diventa così sinonimo di legalità, di lavoro, di senso di appartenenza, di cultura, di integrazione sociale. La mostra quindi vuole essere anche e soprattutto un atto di giustizia che, come scriveva il filosofo statunitense John Rawls “è il primo requisito delle istituzioni sociali, così come la verità lo è dei sistemi di pensiero”. “Oltre la notte” – così come concepita dal curatore Don Gianni Citro – è un percorso, in cui il visitatore, attraverso l’arte, si allontana gradatamente dalla sponda della notte per raggiungere un approdo di luce.
Le opere, tutte provenienti da varie collezioni private, sono collocate storicamente nell’arco temporale che va dalla seconda metà del ‘500 ai primi decenni del ‘700. Gli straordinari capolavori del Barocco napoletano sono intessuti di quella sottile armonia tra opposti (tormento-beatitudine, profano-sacro, nero-bianco, male-bene, tenebre-luce) sul cui confine si colloca la verità. Con la mostra gli organizzatori e i responsabili del Centro Commerciale Jambo si sono prefissati anche l’obiettivo di andare oltre i luoghi comuni e gli stereotipi classici: mettere a disposizione di chiunque la bellezza dell’arte. I preziosi capolavori esposti, infatti, sono fruibili a tutti, dall’uomo di strada, alla massaia, ai bambini e ragazzi.
E, anche se ci vorrà ancora del tempo, se il riscatto di quel centro commerciale è stato possibile, si potrà riscattare tanto altro e portare luce anche altrove, oltre la notte buia del male e del crimine.
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