Diario di bordo /giorno 11 marzo 2015 / Berlin (Germany).
di Elena Caiola –
Ultimo giorno di La.Pro.Di.. Capperino, come corrono i giorni e come ho vissuto queste ultime ore. Sembra che la vita abbia preso un’accelerata e con me quella dei miei compagni. Ultimo anno, l’anno per eccellenza, quello del “dopo non sarà mai uguale”, quello decisivo…della maturità. A volte penso che a vivere questi giorni non sia solo “io”, ma un’altra “me”, sdoppiata , che diviene spettatrice di noi, delle nostre scorribande, delle nostre canzoni cantate in coro, stonando come non mai, in una strada di Berlino, che potrebbe essere un luogo “ovunque”…l’importante siamo noi. Sono io quella che canta insieme agli altri a squarciagola e sono io che ci guardo con tenerezza, mentre andiamo per musei e non perdiamo occasione per trasgredire nel farci foto in pose improbabili in posti dove la “sacralità” del luogo imporrebbe serietà. Mi piace questo ruolo di attrice e spettatrice. È lo stato d’animo che è diverso…il disperdersi insieme al gruppo di classe, il caffè preso ridendo del nulla, le pose delle foto, che fateci caso, la maggior parte in gruppo. Gruppo di classe, ecco, quello che i nostri professori, nel loro affanno hanno cercato in questi anni di comporre, adesso si vede! Vogliamo fissare in quelle foto, non solo l’attimo vissuto in Alexanderplatz o allo “The story of Berlin” o al Pergamon… che è pure importante…ma no, il concetto è ben diverso, vogliamo fissare nella nostra mente e nei nostri ricordi le facce dei nostri compagni. Abbiamo quasi paura di dimenticare i visi, una volta che ognuno di noi prenderà una strada diversa. E non importa se con quel viso ci hai litigato per cinque anni. Ma chi se ne frega se quei litigi, oggi, li ricordi con tanta nostalgia. Mannaggia, perché uno non ci pensa prima…si poteva litigare meglio, si poteva ridere più forte, stonare alla grande, stringersi fino a stritolarsi…e mi viene da pensare di non lasciarli più, i miei compagni intendo… un magone, una nostalgia già a pensarci. In questo mio girare un film a ritroso, che però è proiettato al futuro, rido e piango e mentre lo faccio mi accorgo che non sono sola, ci sono i professori che ci hanno accompagnato in questi anni, spettatori come me. Li vedo seduti in platea guardarci arrancare tra interrogazioni, studio “folle e determinato” e “nullafacenza allo stato puro”. Li vedo lì scrutarci e chiedersi come siamo cresciuti, se siamo cresciuti, come siamo cambiati e siamo cambiati…Chissà se quando ci hanno visto più ragazzini, i primi anni, un pò smarriti dall’andare alle superiori, hanno pensato qualcosa o ci hanno solo fotografato in un’istantanea che potevano poi confrontare con la foto “di noi” oggi. E oggi, ultimo giorno di La.Pro.Di., chissà che pensano, se anche loro cercano di catturare ogni nostro sorriso, dubbio, cavolata, attimo, secondo di noi, prima del salto finale…quello della maturità. Ecco, non resta che prendere il fiato, l’ultimo salto, quello decisivo però! Quello che ci può portare in alto o farci atterrare in modo disastroso…Ecco prendiamo la rincorsa, un ultimo sforzo e siamo pronti per la vita. Alziamo i calici, brindiamo alla Vita, brindiamo a noi!