di Fulvio Marino, 4ªS1 – Liceo Scientifico –
Mi chiamo Fulvio Marino e vorrei condividere la mia passione per l’origami, l’arte giapponese di piegare la carta. E’ un’attività complessa e complicata, divertente e piacevole, bella ed economica, ma soprattutto creativa.
Il termine origami deriva dal giapponese: “oru”, piegare e “kami”, carta. L’arte del piegare la carta nacque probabilmente in Cina 2000 anni fa e fu conosciuta anche dagli arabi prima di arrivare in Occidente, molto più recentemente, ma è il Giappone la sua vera patria. Friedrich Fröbel fu il primo filosofo occidentale a riconoscere le grandi potenzialità pedagogiche dell’origami per la crescita e l’educazione del bambino. I prodotti dell’attività umana, secondo Fröbel, sono frutto di trasformazioni continue della materia, che avvengono in virtù della mano e della mente dell’uomo, generando uno sviluppo sia psichico che manuale. In questo senso il riferimento a uno dei concetti più amati della filosofia orientale è implicito: nulla è fisso, tutto si trasforma.
Gli origami spaziano dai più semplici e tradizionali, come gli animali, ai più complessi, che sono dei veri e propri giocattoli, fino ad arrivare a quelli che hanno una funzione pratica e utile. Con essi è possibile far esplodere tutta la creatività; una volta acquisite familiarità e destrezza si può costruire tutto ciò che si vuole. Non si tratta, però, solo di un passatempo divertente e creativo, ma anche di un esercizio di concentrazione e precisione. L’origami, per sua stessa natura è basato sulla geometria. Le piegature producono simmetrie assiali, con angoli, linee e poligoni dalle proprietà particolari.
Ho adorato sin da piccolo questa arte orientale: ho iniziato dalle barchette e oggi riesco a costruire tutto quello che desidero. A volte scatta il desiderio di riprodurre la realtà, altre volte preferisco affidare le mie idee, i miei concetti, a delle forme non collegate al mondo fisico. Una creazione a cui sono particolarmente affezionato è la gru, simbolo di pace, amicizia e libertà. Secondo me la carta ha delle caratteristiche uniche, è forte e fragile allo stesso tempo, ma soprattutto si modella facilmente. Negli anni scorsi, tra i laboratori autogestiti del Telesi@, ce n’era uno di origami, nel quale ho insegnato ai miei coetanei questa sublime arte. Ho condiviso con loro le mie passioni e lo faccio ancora oggi, attraverso i miei video su YouTube.
Gli origami mi hanno aiutato molto, durante questa pandemia, a scrollarmi di dosso lo stress accumulato. Quando ci si concentra sul modello che si sta piegando, si giunge ad uno stato di sospensione del pensiero logico e razionale, rallentando il dialogo interiore, e si porta l’attenzione sul momento che si sta vivendo, valorizzando ogni singolo movimento delle mani ed ogni piega, in modo da attivare contemporaneamente entrambi gli emisferi.
Consiglio a tutti di esercitare l’arte dell’origami, perché ti permette di evadere dalla vita quotidiana; è un “piccolo passatempo” con cui puoi staccare la mente da impegni e preoccupazioni, scaricando tensioni.