di Emma D’Agostino e Ginevra Nives De Crosta per le classi 2ªS2 e 2ªS3 –
Il 21 marzo segna l’arrivo della primavera. In questa data, ricorre anche la Giornata Mondiale della Poesia. La giornata è stata istituita dall’UNESCO nel 1999 per celebrare il prezioso ruolo della poesia come promotrice unica di bellezza, verità e sensibilità tra gli uomini. La poesia rappresenta una delle forme espressive più belle ed antiche utilizzate dall’uomo, il quale in tutti i tempi si è affidato sempre al linguaggio poetico per comunicare le sue emozioni più profonde: è il linguaggio universale che supera i confini perché parla la lingua globale delle emozioni. La poesia trasmette sentimenti, emozioni, dolore, disperazione e meraviglia dinanzi a un paesaggio. Il paesaggio, oggetto di contemplazione e fonte di riflessione, diventa il luogo nel quale riconoscersi e con cui colloquiare, al quale confessare gioie o dolori. Esprime il legame forte tra stato d’animo e paesaggio; tornare agli amati paesaggi rappresenta un’esigenza profonda, e la poesia spesso canta la nostalgia di chi ha dovuto lasciare le proprie “radici” mai dimenticate e il ritorno – νόστος- seppur immaginario ai luoghi familiari infonde serenità e pace.
In occasione della Giornata mondiale del paesaggio (14/03) e della Poesia (21/03), abbiamo ricercato un modo per riunire queste due ricorrenze; partendo dall’opera di Goethe, “Viaggio in Italia”, e in generale dalla tendenza nata nel Settecento a seguire un itinerario culturale nel nostro Bel Paese, abbiamo deciso di compiere anche noi il nostro Grand Tour, attraverso percorsi particolari, diversi, di-Versi appunto. Siamo partiti e, lentamente, ci siamo immersi nei paesaggi mozzafiato delle nostre regioni attraverso i versi di coloro che li hanno decantati. Parola dopo parola, questa esperienza ci ha permesso non solo di riscontrare una miriade di stili differenti, tra nord e sud, passato e presente e lessici e dialetti peculiari, ma anche e soprattutto di ricordarci e ricordare la bellezza della nostra terra attraverso lo splendore delle parole in un periodo nel quale visitarla non ci è possibile, e nella speranza di poter presto vedere con i nostri occhi gli scorci descritti dai nostri poeti.