a cura di Rita Ruggieri e Antonio Leucio D’Aiello per la 4ªS2 –
“Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano; […] E v’è chi con festose parole allontana da me la tristezza e scherzando riconduce il riso sulle mie labbra; altri m’insegnano a sopportar tutto, a non desiderar nulla, a conoscer me stesso […]”
(da Rime, Trionfi, e poesie latine di Francesco Petrarca).
Sfogliando e leggendo le pagine di un libro, una dopo l’altra, si intraprende un viaggio che arricchisce la nostra vita e la nostra cultura. A volte quello che si legge ci emoziona, ci fa riflettere, ci fa sorridere e sognare. È vero, l’interpretazione di un libro è soggettiva ma da questa possono nascere confronti e dibattiti che arricchiscono ulteriormente il lettore. Nel corso di questi anni molte volte lo abbiamo fatto in classe, dopo aver letto libri spesso proposti, qualche volta imposti, dalla nostra prof. Di Meo. Non sempre li abbiamo graditi, ma alcuni ci hanno aperto gli occhi su mondi infiniti, mettendo in pausa il nostro frenetico e talvolta annoiato presente. Lo scorso anno, però, ha segnato una svolta per noi tutti. La partecipazione al Premio Strega giovani in qualità di giurati ha modificato il nostro approccio al libro e più in generale alla lettura. Forse la responsabilità del ruolo, forse il tempo dilatato offertoci dalla pandemia, ci hanno resi lettori più attenti ed esigenti. Divorare in due mesi i dodici libri della dozzina per poi recensirne uno a nostra scelta non ha fatto di noi lettori onnivori, infatti abbiamo saputo immediatamente individuare non solo i nostri interessi ma anche la bellezza, la sensibilità e il dolore di Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli, un poeta dei nostri giorni vincitore della sezione Premio Strega giovani, che abbiamo poi incontrato a fine agosto a Benevento, in occasione di Città spettacolo. Difficilmente dimenticheremo il personaggio di Bonfiglio Liborio, protagonista del romanzo di Remo Rapino, e l’architettura perfetta de Il colibri, con cui Veronesi si è aggiudicato per la seconda volta il Premio Strega.
Anche quest’anno, con altrettanta emozione, faremo parte della Giuria. Vi invitiamo a seguirci sulla pagina Facebook della biblioteca d’Istituto (https://www.facebook.com/Biblioteca-1081476738551620/), dove vi aggiorneremo puntualmente sulle varie tappe dello Strega e vi daremo in anteprima le nostre impressioni di lettura.
In attesa dell’annuncio ufficiale della dozzina, previsto per il 22 marzo, vi invitiamo a un confronto su Il treno dei bambini di Viola Ardone, che abbiamo letto di recente.
Ambientato nel primo dopoguerra, il libro narra la storia di Amerigo, un bambino di soli sette anni che nel 1946 lascia la sua città natale, Napoli, e sale su un treno. Insieme a migliaia di altri bambini del meridione, egli è diretto verso il nord Italia dove trascorrerà vari mesi con una famiglia in grado di sfamarlo, vestirlo e farlo studiare. Questa è un’iniziativa delle donne del Partito comunista, volta ad allontanare i ragazzi dalla miseria causata dalla seconda guerra mondiale e a garantirgli un futuro più splendente. Amerigo, attraverso la sua spensieratezza e l’innocenza degli occhi di un bambino, ci rende partecipi di un grande gesto di solidarietà nazionale, che contribuisce alla rinascita morale e materiale dell’Italia dopo il secondo conflitto, e ci narra la storia di una grande separazione, “a volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi ti trattiene”.
La lettura è resa piacevole dal linguaggio utilizzato dall’autrice: molte, infatti, sono le espressioni del dialetto napoletano e gli errori grammaticali, che ricreano perfettamente le emozioni e i sentimenti del bambino. Viola Ardone nel suo libro tocca temi molto crudi con sottile delicatezza e riesce a farci percepire il dolore della separazione del bambino, prima dalla sua vera madre, poi dalla sua famiglia ospitante.
È un romanzo emozionante, straordinario, -queste le parole di Rita Ruggieri- tanto che da lettrice, mi sono ritrovata all’interno della storia, non come personaggio, ma come spettatrice discreta. Per quel che mi riguarda, è una delle migliori proposte di lettura della nostra professoressa Margherita di Meo. Questo è un libro che, pur raccontando un episodio lontano nel tempo, rimane molto attuale, a dimostrazione che i tempi cambiano, ma noi restiamo sempre un passo indietro.