di Carlotta Attolini 4ªS2 –
Mercoledì 23 maggio 2018,ore 6:00. Ha inizio per noi studenti delle classi 4ªS2 e 1ªS2 un viaggio, tra mito e realtà, alla scoperta dei sulfurei campi Flegrei.
Seguiamo le orme di un multiforme Ulisse e di un giovane Enea ,che attraverso la voce di due grandi poeti ci raccontano la loro magica esperienza nelle terre ardenti dal colore giallo tufo.
Leggenda vuole che sia stata, in questi luoghi, la presenza immortale dello zolfo a ispirare i più grandi poeti e uomini del passato.
Come una cartolina, i campi Flegrei sono immortalati nelle pagine di Virgilio, Orazio, Properzio, Plinio, nel matricidio di Agrippina ordinato da Nerone e nel ricordo della maestosa flotta romana, opera di Augusto, ancorata a Miseno.
Prima tappa Baia, o meglio, il“lacus Baianus”.
Tra le città nate intorno Cuma, Baia è sicuramente la cittadina più bella,amata, e lussuriosa del periodo romano,al punto che essa venne denominata “pupilla Romae”in quanto ospitava i maggiori esponenti dell’aristocrazia romana,insomma un vero e proprio luogo di villeggiatura scelta non a caso anche dal princeps Augusto.
Omero vuole che il nome della località derivi dal nocchiero di Ulisse, Bajos, il cui corpo fu inghiottito dalla terra di questo luogo. Anche l’antica “Baiae” è sommersa dalle acque.
Il Cymba, un battello dalla chiglia finestrata che consente ai passeggeri di navigare osservando reperti archeologici, fauna e fenomeni vulcanici sottomarini del Parco Sommerso di Baia comodamente seduti sotto il livello del mare, ci ha permesso di scorgere la sua antica bellezza.
Una meraviglia indescrivibile ammirare la moltitudine di statue e strade fantasma ,che sopravvivono silenziose sotto agli occhi di turisti inconsapevoli.
Ma questa meravigliosa città sommersa,paragonabile alla mitologica Atlantide,non è altro che uno dei tanti monumenti che ci raccontano la storia millenaria di questi luoghi. Ci siamo infatti recati successivamente al Castello aragonese di Baia al cui interno è presente il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, uno dei più grandi repertori artistici , suddiviso in 45 sale, che ci accompagna lungo una linea del tempo per conoscere le varie popolazioni che hanno abitato queste terre.
Ci riferiamo all’antica kyme ,colonia greca dell’ottavo secolo avanti Cristo, nata dall’invasione di giovani Eubei, ma anche a Puteoli e all’antica famiglia Aragonese che nel 1495 si appropriò della villa di Augusto e ordinaò la costruzione del castello. Quest’ultimo durante gli anni è stato anche carcere militare e orfanotrofio per i figli dei deceduti in guerra, finché nel 1984 venne consegnato alla Sovrintendenza di Napoli e Caserta perché diventasse Museo Archeologico dei Campi Flegrei.
Dopo la pausa pranzo come il dubbioso Enea, anche noi ragazzi, tra inquietudine e curiosità, luci e ombre, abbiamo attraversato l’antro della Sibilla.
La Sibilla secondo il mito fu una giovane sacerdotessa di cui il Dio Apollo si innamorò perdutamente tanto da offrirle in dono un desiderio.Ella accettò e alzando un pugno di sabbia al cielo desiderò di vivere tanti anni quanti erano i granelli di sabbia nella sua mano. Il Dio la accontentò,ma ogni magia ha la propria scappatoia, infatti la giovane donna aveva dimenticato di chiedere l’eterna giovinezza,ricevendo in cambio solo un’eterna voce giovanile.E’ per questo motivo che la Sibilla predice il futuro ai viaggiatori che si recano da lei,senza mostrare il proprio volto,utilizzando la propria voce e delle foglie accompagnate dal vento.
Questo antro inserito nel meraviglioso contesto degli scavi archeologici di Cuma ci ha ancora una volta sorpreso,lasciandoci immergere in un clima magico e mitico per poi lasciarci spaziare in questa antica kyme dal cui alto sono visibili i resti della città bassa con i Templi italici, il Foro, i ruderi di un edificio termale e l’anfiteatro.
In lontananza si staglia l’Arco Felice, viadotto costruito da Domiziano per il passaggio della via che collegava Pozzuoli a Roma.
Numerosi sono inoltre i sepolcri di età greca e romana ritrovati nel luogo.
Esausti da questo viaggio nello spazio e nel tempo, abbiamo intrapreso come un nostalgico Odisseo il “nostos” verso casa,felici e più consapevoli delle ombre del nostro passato.
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IIS Telesi@ – Campi Flegrei 2018 from MDP on Vimeo.