Classe 4ª S1 –
“Osservate con diligenza le cose dei tempi passati perché fanno lume alle future e quello che è e sarà, è stato in altro tempo” (Francesco Guicciardini)
“Nessuna cattiva sorte li fece mai diventare abietti e nessuna buona fortuna li fece mai essere insolenti” (Niccolò Machiavelli)
Questi aforismi si trovano in una delle sale più belle del Senato Italiano, la Sala Maccari che abbiamo visitato l’8 Marzo 2016 con una lezione sul campo nell’ambito dell’attività didattica di Cittadinanza e Costituzione, insieme alla classe 3ªS2 e la classe 2ªL2. Come possiamo notare entrambe fanno riferimento al passato ed in particolare all’antico Senato romano, ricordato anche dagli affreschi raffiguranti i maggiori senatori romani: Cicerone, Appio Claudio Cieco, Papirio Gallo e Attilio Regolo. Questi personaggi sono solo alcuni dei grandi uomini che hanno dato vita all’antica assemblea. Esso fu istituito da Romolo nel 753 a.C. ed era inizialmente composto da 100 membri per poi raggiungere il numero di 600 nell’Età imperiale. In epoca romana il Senato costituiva la più grande assemblea cittadina, il cui compito principale era quello di emanare deliberazioni ma poteva altresì ratificare provvedimenti di legge emanati dai comizi e consigliare i magistrati nella loro attività. Lo Stato italiano eredita dal mondo latino l’istituzione del Senato e ne ricalca i principali tratti. Attualmente esso è composto da 315 membri e forma, insieme alla Camera dei Deputati, attraverso un sistema di bicameralismo perfetto, l’apparato legislativo dello Stato. Esso ha sede a Roma all’interno del Palazzo Madama, che prende il nome dalla Madama Margherita d’Austria, figlia di Carlo V e moglie del duca Alessandro de Medici. Rimasta vedova, sposò Ottavio Farnese e fu allora che l’edificio assunse il nome che ancora oggi conserva. Alla madama Margherita si deve anche il nome della sala dello struzzo, poiché sul soffitto a cassettoni della stessa è rappresentata la figura di uno struzzo legata allo stemma dello scudo mediceo, che secondo nozioni storiche dovrebbe alludere al gioco di parole tra “Autriche” (Austria) e “Autruche” (struzzo). Questa sala, insieme alla sala del Risorgimento e alla sala Garibaldi, che conserva uno dei più bei fregi cinquecenteschi, precedono l’Aula del Senato. Quest’ultima è un ambiente molto più piccolo di quanto possa apparire in TV, i cui arredamenti, precedentemente tappezzati d’azzurro in onore della Casata dei Savoia, sono stati sostituiti con il colore rosso quando l’Italia divenne una Repubblica. Il soffitto a cupoletta è decorato con un panno dipinto, detto il Velario, su cui sono raffigurate le quattro capitali dei Regni preunitari – Firenze, Torino, Napoli, Venezia – e le quattro virtù civiche – Concordia, Diritto, Fortezza, Giustizia. Quest’ultima veniva considerata la condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato già da Platone, che la riteneva una virtù universale in base alla quale ogni parte della società svolgeva la mansione specifica che le spettava per assicurare il bene collettivo e l’integrità della comunità. Questa idea dovrebbe essere d’esempio ancora oggi in un’Italia in cui spesso prevale un interesse individuale rispetto ad uno collettivo. Tale esperienza ha permesso a noi ragazzi di rapportarci ad una realtà che potrebbe sembrare lontana, ma che, in fondo, è parte integrante della nostra vita.Dopo la visita al Senato abbiamo potuto ammirare alcuni tra i monumenti storici più importanti della città eterna : il Pantheon, un edificio della Roma antica costruito nel 27 a.C. come tempio dedicato alle divinità passate, presenti e future in cui si trovano inumati alcuni personaggi famosi tra i quali: la regina Margherita di Savoia (seconda cappella), Raffaello Sanzio (terza edicola), il re Umberto I di Savoia (seconda cappella), il re Vittorio Emanuele II di Savoia (sesta cappella); Piazza di Spagna con la celebre fontana della Barcaccia e la scalinata di Trinità dei Monti; la Fontana di Trevi, la più grande e la più nota fontana di Roma,è considerata una tra le più celebri del mondo; Piazza Venezia con il balcone dal quale Mussolini faceva i suoi discorsi al popolo; il Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria situato sul Campidoglio e considerato uno dei simboli patri italiani (il nome “Vittoriano” deriva da Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d’Italia. Da quando, nel 1921, accolse le spoglie del Milite Ignoto, il monumento assunse una nuova valenza simbolica, e quello che era stato pensato inizialmente come monumento dinastico, divenne definitivamente una celebrazione dell’Italia unita e della sua libertà); il teatro di Marcello uno dei teatri dell’antica Roma , tuttora parzialmente conservato, innalzato per volere di Augusto nella zona meridionale del Campo Marzio (nota come Circo Flaminio) tra il fiume Tevere e il Campidoglio; infine la Bocca della Verità , un antico mascherone in marmo, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma del 1632. Esso rappresenta un volto maschile barbato; occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno. Secondo la leggenda, quando una persona, dopo aver infilato la mano in questa bocca, fa un’affermazione, se dice il vero potrà tirar fuori la mano senza conseguenze; ma se l’affermazione è falsa la mano sarà tagliata. Ovviamente anche noi abbiamo affrontato questa prova con grande divertimento. Verso le 18:00, incuranti della pioggia incessante iniziata sin dal mattino, abbiamo raggiunto il nostro pullman per fare ritorno a casa, stanchi ma soddisfatti. Auguriamo ad altri studenti del nostro Istituto di poter compiere un’esperienza emozionante e formativa come la nostra.