di Francesca Prevete e Pasqualina Santillo –
Abbiamo tutto. O comunque, tutto lì a portata di mano. L’unica cosa che ci manca è il desiderio. Si, magari vorremmo una certa borsa, una casa, una macchina e anche un amante. Ma questo non è desiderio, è compulsione. E’ il motore dell’infelicità perché ti porta a volere un’altra cosa, un’altra persona. A sostenerlo è lo psicoanalista Massimo Recalcati che abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella prima “Lectio magistralis” del Festival della filosofia del Sannio.
Il tema di questa seconda edizione è il CORAGGIO. Coraggio di vivere, di fare cultura, di osare, di scegliere, di amare, di restare, di affermare la verità conoscendo i propri limiti.
Il Coraggio non è mancanza di paura, ma seguire la spinta del proprio desiderio . Il desiderio è una dimensione pulsionale dell’inconscio, orienta il nostro essere al mondo, si soddisfa nell’altro e rende la nostra vita e il nostro amore insostituibili fin dalla nascita. Nutre il nostro albero della vita con fatica, rigore e costanza affinché i nostri frutti possano essere sempre maturi e rigogliosi.
Quando una vita viene al mondo senza desiderio questa non riuscirà mai ad affermarsi e a farsi trascinare dalla forza irresistibile che è il desiderio. Per essere felici c’è solo una strada, dice Recalcati , “ritrovare lo slancio di volere davvero” .
Lo slancio attraverso la possibilità di amare e di essere amati , di mettersi nelle mani di un altro e di far crescere la condivisione assoluta senza paura di osare, di rimanere delusi.
Il CORAGGIO sta nel mettere in gioco tutto , non per la voglia momentanea di possedere qualcosa ma per la bellezza di rispondere alla chiamata del proprio sogno. Un elogio al sano egoismo che ci rende liberi di fare le nostre scelte senza aver paura di ferire chi ha altre aspettative per il nostro futuro.
Nell’entusiasmo delle parole di Recalcati , siamo riuscite a fare nostre le esperienze della sua vita, cosi come la forza del CORAGGIO di Amleto, che avendo la sensazione di aver perso tutto sceglie di rischiare seguendo per la prima volta l’essenza del suo desiderio, l’amore per Ofelia.
Sembrerebbe retorica e quindi, banale, la riflessione sul tipo di società che ci spinge non a desiderare ma ad avere tutto e subito, abituandoci a non lottare e a non saper attendere ciò che realmente desideriamo. Il raggiungimento della piena realizzazione di sé e di inclusione dell’altro è l’obiettivo verso il quale dobbiamo mirare, superando le difficoltà che incontriamo in ognuno dei nostri percorsi di vita.