di Floriana Cesare –
Il 3 ottobre scorso, a malincuore, si è conclusa la mia esperienza di mobilità individuale oltre frontiera, nell’ambito del programma Trans’Alp connesso con la sezione Esabac, prevista per noi studenti dell’indirizzo Linguistico del Telesi@. Il programma Trans’Alp, realizzato grazie ad un accordo tra l’Académie di Metz e l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, prevede lo scambio tra un alunno francese ed un alunno italiano: per un mese lo studente italiano è ospitato in Lorena, Francia, e il mese successivo lo studente francese è ospitato a sua volta in Campania, Italia.
La mia permanenza a Piennes, département de Meurthe-et-Moselle: un’avventura unica durata un mese, durante il quale ho avuto la possibilità di entrare in contatto con una realtà quasi del tutto differente dalla nostra e di coglierne alcune caratteristiche peculiari.
Lievemente preoccupata ed ansiosa alla partenza, sono volata a Parigi per poi calarmi nella vita di un vero e proprio studente francese.
La prima settimana è stata dura: sveglia presto, orari scolastici impegnativi, materie nuove mai studiate prima, metodi di insegnamento e finanche modi di stare in classe che non rispecchiano i nostri… nonostante questo ed altro, ho seguito tranquillamente le lezioni, partecipando ed interagendo. Non ho avuto alcun tipo di esonero da compiti in classe ed interrogazioni, una cosa che ho veramente apprezzato, in quanto mi ha permesso di mettermi alla prova e di tenermi attiva senza rilassarmi mai. Sveglia alle sei, bus per la scuola, la giornata scolastica in Francia ha inizio alle 8.00 e si conclude alle 17.00, pranzo rigorosamente alla mensa scolastica dell’Istituto Jean Zay, ultramoderno e super attrezzato. Durante le otto ore giornaliere ci sono due intervalli di dieci minuti circa, uno alle 10.00 e l’altro alle 15.00, tempo utile per andare alle toilettes o ai casiers (armadietti), per mangiare una piccola merenda o per utilizzare il cellulare, dato che sono tutte cose severamente vietate per il resto del tempo. Il mercoledì i corsi sono solo al mattino, il sabato non vi è lezione ed è il giorno che generalmente ho dedicato alla visita della regione.
Nelle ore libere dalle lezioni si può scegliere di stare nelle sale messe a disposizione dalla scuola come la caffetteria o il centro di ricerca e informazione o anche uscire dal cancello della scuola stessa. Nonostante questa libertà, i ragazzi mi sono apparsi molto rispettosi ed autonomi. I professori sono quasi tutti giovani, molto preparati e disponibili, ma ho notato comunque un certo distacco con gli alunni, probabilmente dovuto al fatto che i docenti cambiano classe ogni anno, pertanto non hanno il tempo di mettere a fuoco alcuni studenti, che già se ne trovano di fronte degli altri. Questo forse è stato uno dei pochissimi aspetti negativi che ho osservato, oltre all’assenza di docenti di madrelingua per la sezione linguistica. I ragazzi, essendo già timorosi di esporsi davanti al professore e alla classe, provano difficoltà nel portare avanti un discorso di più minuti in lingua straniera, cosa che invece noi siamo soliti fare senza troppi problemi. Ogni materia ha la sua aula specifica ed è per questo che ognuna dispone del materiale e degli strumenti necessari per l’apprendimento della stessa.
A partire dalla seconda settimana, grazie anche alla mia famiglia di accoglienza che non mi ha mai fatto sentire fuoriposto, sono entrata nell’ottica del contesto francese ed ho preso il ritmo che mi era richiesto, tanto che da quel momento in poi il tempo restante è praticamente volato. Al di là dei posti che ho visitato come Parigi, Metz, Lussemburgo… l’ambiente in cui mi sono trovata a vivere per trenta giorni circa è stato davvero confortevole e familiare. La Lorena in generale, è un gioiellino di regione con il verde dei suoi campi, la tranquillità dei suoi pascoli, l’azzurro di cieli immensi, l’aria fredda di settembre, i mille colori di aiuole fiorite… mi sono sentita a casa pur trovandomi a 1440 km di distanza. E’ stata una vera e propria fortuna questo viaggio, per essermi capitato innanzitutto, ma una fortuna anche in senso di ricchezza di esperienza; ho potenziato le mie conoscenze linguistiche e culturali, ho instaurato dei rapporti umani profondi con le persone che mi hanno circondata in quest’arco di tempo. Il distacco è stato duro, ritornare in fondo mi è dispiaciuto, ma l’idea di poter regalare emozioni simili alla mia corrispondente che tra poco arriverà da me, in Italia, mi rende davvero felice.
Sono queste le novità che noi ragazzi dovremmo provare… amici, abbiate il coraggio di salpare dal vostro porto sicuro per cercare la vostra strada nel mondo!
Inutile dire quanto grata sia a coloro i quali hanno reso possibile il tutto, coronando uno dei miei sogni più speciali. Grazie grazie grazie!