di Umberto Del Vecchio, Gianluca Corbo e Corrado Falato 3ªT1 –
A completamento del La.Pro.Di sull’alimentazione, avviato durate il secondo anno di studio presso il Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate, le classi 3ªT1 e 3ªT3 sono partite alla volta di Milano per visitare l’Expo 2015, il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. La lezione sul campo è divisa in quattro giorni, dal 18 al 21 maggio e non sarà dedicata esclusivamente alla fiera di Milano.
Prima tappa Verona, con visita obbligata alla casa di Giulietta e Romeo e all’Arena. Al numero ventitré di via Cappello, sorge la casa in cui, secondo la tradizione, abitò Giulietta Capuleti. Un imponente cancello di ferro battuto su cui campeggia lo stemma della famiglia Dal Cappello separa il suo androne, in cui gli innamorati d’ogni luogo ed età lasciano testimonianza del proprio amore, dalla pubblica strada. Oltrepassandolo, si accede a un piccolo ma luminoso cortile interno che accoglie i visitatori ansiosi di conoscere i luoghi dell’amore eterno. In esso è presente la splendida statua di bronzo di Giulietta, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini, e una lapide su cui sono riportati alcuni versi della tragedia di Shakespeare.
Giulietta: “Oh! Come entrasti tu qui? Ed a qual fine? I muri che circondano questo giardino sono ardui, e pressoché inaccessibili; ed il luogo in cui stai ti sarà tomba, se alcuno de’ miei ti sorprende”.
Romeo: “Coll’ali dell’Amore valicai l’altezza di que’ muri, ché barriera non v’ha al prepotente Amore: tutto che Amor può tentare, Amor l’osa; onde a’ tuoi non ebbi riguardo allorché qui venni”…William Shakespeare,Giulietta e Romeo. Atto II scena II.
Nella parte frontale spicca il famoso balcone da cui, secondo la tradizione, Giulietta si affacciava per parlare con il suo Romeo.Prima di andar via abbiamo lasciato l’inevitabile lucchetto dell’amore e non è mancato uno scatto con la statua di Giulietta.
L’Arena di Verona ci ha colpito, invece, per la sua maestosità. E’ un anfiteatro romano, situato nel centro storico di Verona, icona della città veneta insieme alle figure di Romeo e Giulietta. Si tratta di uno dei grandi fabbricati che hanno caratterizzato l’architettura ludica romana ed è l’anfiteatro antico con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri realizzati dal Seicento a oggi. È possibile, anche se non vi sono prove certe, che l’anfiteatro fosse utilizzato anche per il martirio dei cristiani, e Scipione Maffei ipotizza che proprio qui furono martirizzati i santi Fermo e Rustico nel 304, nella stessa occasione in cui il vescovo Procolo chiese di essere martirizzato, ma fu invece deriso e allontanato perché vecchio.
Altra grande emozione della giornata è stata la visita a Gardone Riviera del Vittoriale degli Italiani. E’un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto tra il 1921 e il 1938, costruito a Gardone Riviera sulla sponda bresciana del lago di Garda da Gabriele D’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni, a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima guerra mondiale.
Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri… Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno, scrive D’Annunzio alla moglie Maria in una lettera del febbraio del 1921, cioè pochi giorni dopo il suo arrivo a Gardone.
Nelle intenzioni del poeta il soggiorno gardesano doveva durare, dunque, solo poche settimane per completare la stesura del Notturno, mentre oggi si sa che quella gardonese sarebbe diventata la sua ultima e definitiva dimora. Abbiamo trascorso due ore di grande stupore e meraviglia, tra oggetti d’arte, drappi, strumenti musicale e tantissimi libri. D’Annunzio aveva collezionato di tutto per stupirci e ci è davvero riuscito!
La giornata si è chiusa nella perla del lago di Garda, la Sirmione cantata da Catullo nel carme 31:
Che allegria, piena, distesa, Sirmione, rivederti più bella di tutte le isole e penisole che Nettuno solleva sulle acque diverse dei laghi trasparenti o del mare immenso. […]
Di tutte le fatiche questo è l’unico premio. Sirmione, bellissima mia, rallegrati e rallegratevi anche voi onde lidie del lago: risuonino nella casa solo grida di gioia.
Anche Carducci ci parla di Sirmione. L’11 novembre 1876 Carducci inviava a Lidia i primi cinque versi di quest’ode pregandola, tuttavia di non mostrarli, in nessun modo, a nessuno.
Ecco: la verde Sirmio nel lucido lago sorride, fiore de le penisole.
Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d’intorno il Benaco
una gran tazza argentea…