a cura di Simone Elisa classe 3ªES1 –
Viviamo in una società globalizzata e liquida, dove i fenomeni sociali ed economici tendono ad acquisire un carattere mondiale e si diffondono a macchia d’olio grazie all’ausilio dei mass media, sintesi e simbolo di questo vento di innovazione, che, però, purtroppo sono, spesso, veicolo di fake news. Davvero frequentemente si è letteralmente dipendenti da internet e ciò è effetto della cosiddetta ‘rivoluzione digitale’ e, allo tesso tempo, causa dell’alienazione cognitiva della società. S empre più numerosi sono i soggetti ‘drogati di cellulari’, manovrati dal potere apparentemente innocuo, perché nascosto, di questo strumento geniale e talvolta diabolico. La conseguenza più grave è di certo rappresentata dall’influenza deleteria dell’abitudine, la quale comporta l’insorgere della monotonia e che decreta la perdita di percezione del mondo esterno con gravi risvolti anche nell’ambito della vita pratica. Noto, infatti, soggetti che sono manovrati dal consumismo e dalle vendite pilotate grazie alla persuasione dei media accessibili dai cellulari, individui assoggettati a quelle tecniche del marketing che ledono la loro dignità economica. In conclusione, la dipendenza dal proprio cellulare alimenta in maniera negativa il fenomeno dell’incontrastata omologazione sociale. I social network, se utilizzati con una metacognizione epistemica, possono rappresentare una palestra dove allenare la propria creatività, capacità rielaborazione, nonché di ricerca e di dove sviluppare il proprio spirito critico; ma, allo stesso tempo, vi è anche un aspetto cupo di questa dimensione, legato a gravi fenomeni che partono tutti dal medesimo punto di partenza: le fake news.
In una realtà dove la stessa pubblica amministrazione italiana, sin dal 2005, spinta dall’UE, ha digitalizzato i propri dati, è inevitabile pensare ad un futuro non troppo remoto dove tutto il lavoro umano venga sostituito dalle macchine e, dove, soprattutto i dati costituiscano un inedito ma fondamentale capitale statale. La maggior parte dei processi sono ormai automatizzati ed è un articolo, il n. 22 del GDPR n. 679 del 2016, a salvare l’umano nel digitale poiché ribadisce il diritto di poter chiedere l’intervento di un operatore umano su richiesta. L’articolo 17, invece, sancisce il diritto all’oblio, anche se è raro che qualcosa venga totalmente eliminato dal web. Alcuni studi hanno dimostrato che le fake news ottengono circa sei volte i like ottenuti da post con informazioni verificate, grazie alle strategie psicologiche utilizzate.
L’engagement, ad esempio, è l’attaccamento emotivo generato dalla disinformazione nella psiche umana, poiché le fake news mirano a rafforzare le ideologie già insite nel soggetto, contrastando la capacità di confronto. Cookie ed algoritmi monitorano l’utente in rete per individuarne il target e, mediante la sedimentazione dei contenuti, filtrano le notizie da mostrare: il sistema indirizza l’utente al profilo di altri utenti che ne condividono idee ed interessi, soddisfacendo il bisogno di approvazione. In piena pandemia, ad esempio, l’infodemia, ossia la produzione eccessiva di informazioni non certificate riferite al Covid-19 ha disorientato ed aumentato le incertezze su sintomi, vaccini; o, ancora, la propaganda sulla guerra in Ucraina ha distorto le notizie effettive in merito al conflitto politico-militare.
Le fake news alimentano, inoltre, anche il fenomeno del cyberbullismo, caratterizzato da comportamenti unidirezionali e reiterati nel tempo di prevaricazione di un individuo su un altro: la rete inibisce la compassione ed il senso di colpa a causa dell’assenza di limiti spazio-temporali e dall’alterazione della percezione della gravità delle azioni commesse dal bullo. Quando le fake news sfociano in deepfake, ossia la creazione di video e audio fake basati sulla sovrapposizione di più fotogrammi, la rete diviene serva di fenomeni come il ricatto sessuale, sulla scia del revenge porn.
In conclusione, è necessario il fact-checking (controllo della veridicità delle notizie), in merito all’autore dei siti web, alla tipologia, alla quantità e qualità degli inserti pubblicitari; al linguaggio utilizzato, alla presenza di link esterni e fonti autorevoli; alla possibilità di verificabilità del contenuto.
Il cellulare con le sue annesse tecnologie sembra essere la terza mano del corpo umano, dotata, però, di una mente propria, che favorisce l’isolamento sociale nel mondo reale in una società che si professa all’avanguardia mentre migliaia di persone dipendono da un oggetto luminoso nell’omologato mondo virtuale!