di Giada Rotondo 3ªS2 ed Emanuele Volpe 2ªSA1 –
Un percorso dedicato alla scoperta del territorio. Abbinare una sana attività fisica, come quella del camminare, all’osservazione di quello che ci circonda ci permette di riscoprire aspetti dell’ambiente e della vita che molto spesso sfuggono alla nostra attenzione a causa di uno sguardo distratto dai tanti impegni quotidiani.
Nonostante il caldo di questi giorni, grazie alle attività programmate dall’IIS Telesi@ nell’ambito del PON “Lo sport per ripartire” del Piano Scuola Estate 2021, abbiamo potuto riprovare il piacere di condividere i bei momenti della vita in comune con i nostri compagni di scuola. Aspetto che, indubbiamente, più ci è mancato negli ultimi mesi.
Così, con un buon rifornimento di acqua per alleviare gli effetti del caldo ed assicurarci una buona idratazione, gambe in spalla, puntuali, con un bagaglio di “buona volontà” e … si parte!
L’escursione che vi vogliamo raccontare oggi è quella realizzata il giorno sei luglio nella piccola Frazione di Alvignanello. Il piccolo borgo, di origine medievale, ha caratteristiche particolari perché permette, nel giro di pochi chilometri, di osservare sia l’ambiente collinare che l’ambiente fluviale.
La collina di Alvignanello, offre un terreno particolarmente adatto alla coltivazione dell’ulivo e della vite. Particolarmente rinomato è un vitigno autoctono, il pallagrello, che trova su queste colline l’habitat privilegiato. Purtroppo, durante la nostra escursione ci siamo resi anche conto che, a causa degli ancora presenti processi migratori, gran parte dei terreni sono stati abbandonati. Negli ultimi tempi, però sono sorte delle aziende agricole, gestite soprattutto da giovani, che hanno deciso di rimanere nel proprio piccolo paese vedendo nell’agricoltura una possibile risorsa economica e un futuro ecosostenibile.
Sulla collina di Alvignanello si erge a protezione dell’intera Valle Telesina l’Eremo di Santa Maria degli Angeli. L’Eremo fu edificato tra la fine XV e l’inizio del XVI secolo dalla famiglia Monforte. In passato l’Eremo era abitato da alcuni eremiti e si sosteneva con le elemosine e con i proventi derivanti dalla coltivazione di un piccolo fondo. Molto interessante è il p
ortale quattrocentesco che si trova all’ingresso della piccola Chiesa. In alto sul portale troviamo raffigurati, da un lato la Madonna e, dall’altro, un Angelo. Un’antica leggenda racconta che l’Eremo fu costruito da uno di quattro fratelli. Gli altri tre edificarono il Santuario della Madonna del Roseto a Solopaca; il Santuario della Madonna delle Grazie a Cerreto Sannita e il Convento di San Pasquale a Faicchio. I quattro edifici religiosi sembrano essere disposti a forma di croce a proteggere l’intera Valle Telesina.
Riprendendo l’escursione, ci siamo diretti verso la zona panoramica da dove è possibile vedere la valle del Fiume Volturno con le sue anse ricche di vegetazione. Durante il percorso abbiamo osservato alcune tracce lasciate dai numerosi cinghiali presenti nella zona. Alcuni falchetti sembravano volerci tenere compagnia durante il percorso osservandoci, dall’alto, con diffidenza e circospezione. Peccato che al tentativo di fotografarli sono scappati impauriti.
Arrivati al Fiume Volturno, ci siamo lasciati incantare dalle meraviglie della natura, tipica degli ambienti umidi. Il tratto del Fiume Volturno oggetto della nostra escursione è quello compreso tra il Ponte sul Volturno e il laghetto di Alvignanello. In questa zona l’acqua del fiume è ancora abbastanza pulita. Nonostante le minacce da parte dell’uomo, il fiume sembra ancora resistere. La presenza di quella che volgarmente viene chiamata cozza gigante, il vongolone, importante indicatore biologico, testimonia una, ancora, sufficiente qualità dell’acqua. Emozionante è stato il nostro incontro con alcuni Aironi bianchi, con gli Aironi cinerini e i coloratissimi Martin pescatore. Non sappiamo fino a quando però il nostro fiume potrà continuare ad offrirci questo spettacolo! Sarebbero necessari interventi tempestivi per la tutela di questi luoghi incantevoli.