di Alessandra Giaccio e Anna Grazia Viscusi 5ªSA1 –
In occasione della giornata della memoria, mercoledì 27 gennaio, noi studenti della 5ªSA1 del Liceo Scientifico-opzione scienze applicate, abbiamo seguito un incontro on-line dedicato al tema della Shoah su: “Religioni, Violenze, Memoria”. L’incontro, promosso dall’Università Giustino Fortunato, in collaborazione con la Sez. San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, è stato incentrato sul ruolo di rilievo delle religioni nella lotta contro la violenza, il razzismo, la xenofobia e ogni altra forma di chiusura nei confronti delle diversità; proprio da qui nasce la volontà e la necessità di un confronto interreligioso, specificando come la diversità di fede non abbia valore dinanzi al comune obiettivo di perseguire la pace e l’uguaglianza.
L’interessante meeting si è svolto seguendo un ordine di interventi, prendendo le mosse dai saluti del Magnifico Rettore dell’Università Giustino Fortunato Prof. Giuseppe Acocella, e del Prof. Francesco Asti, decano della pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sezione San Tommaso d’Aquino.
Successivamente il professore Paolo Palumbo, presentatore e coordinatore del laboratorio interdisciplinare, ha annunciato i relatori protagonisti della giornata e ha anticipato le tematiche che si sarebbero trattate, non prima però di aver ribadito l’importanza della memoria, che egli stesso paragona ad un vaccino, che crea gli anticorpi necessari a difendersi dal ripetersi di avvenimenti tragici come quello della Shoah. Egli inoltre nel suo intervento iniziale ha discusso brevemente della libertà religiosa, proponendola come il principale mezzo per il raggiungimento della pace, attraverso la tutela del prossimo. E’ iniziato in tal modo un percorso che, partendo dalla Shoah, giunge a riflessioni sulla libertà religiosa odierna in Italia.
Le personalità coinvolte hanno raccontato di esperienze personali e di tematiche generali, ognuno di loro collegandosi in modi diversi all’Enciclica “Fratelli tutti”, promulgata da Papa Francesco. Abbiamo avuto dunque la possibilità di arricchirci delle parole di: Edoardo Scognamiglio, Straordinario di Teologia, Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale, della professoressa Lucia Antinucci, Presidente dell’Amicizia Ebraico-Cristiana di Napoli, della Pastora Kirsten Thiele, Vicedecana della Chiesa evangelica luterana in Italia, del Rav. Maskil Ariel Finzi, Rabbino della Comunità ebraica di Napoli, dell’Imam Massimo Cozzolino, Segretario generale della Confederazione Islamica Italiana, del Reverendo Maestro Li Xuan Zong Prefetto generale della Chiesa Taoista Italia e, infine, del Sig. Amedeo Imbimbo, Presidente della federazione Rimé, associata all’Unione Buddhista Italiana. Ognuno di loro rappresenta e ha rappresentato, nel dialogo sul ricordo della Shoah, un’importante figura di spicco della sfera teologica.
La memoria non è soltanto volta a momenti commemorativi ma è, ed è necessario che sia, la solida base su cui costruire il futuro, quello di ognuno ma anche e soprattutto il futuro della civiltà.
Quella contro l’indifferenza, l’intolleranza e l’ignoranza è una battaglia in primo luogo interiore, “spirituale”, e rappresenta l’unica via percorribile per una crescita civile che è ancora potenzialmente immensa. Dovremmo forse esser dotati di una sensibilità tale da renderci in grado di percepire il dolore altrui, ma poiché ciò non è possibile, è nostro dovere conoscere, ascoltare e tutelare il prossimo, senza barriera o pregiudizio alcuno.
In seguito a queste considerazioni dunque non è affatto difficile intuire il perché della centralità religiosa in una giornata come questa, ed è palese la necessità, l’imprescindibilità del contributo che le religioni possono apportare alla società. La fraternità, la sacralità, e quindi il rispetto, della vita, la condanna dell’odio, la spinta ad amare il prossimo, la riconoscenza della dignità umana, rappresentano in qualche modo il filo conduttore di tutte le religioni. Auschwitz ci richiama agli orrori di cui l’uomo, anche il più istruito ed apparentemente civilizzato, lasciandosi catturare dall’odio, dal fanatismo e da teorie aberranti, può esser capace. Quello stesso odio, fanatismo e aberrazioni che ancora oggi affliggono l’umanità, e che devono esser combattuti attraverso le armi del pensiero, della cultura e del dialogo.