La Divina Commedia raccontata con le bellezze d’Italia –
Il 21 gennaio, presso il Teatro San Marco di Benevento, si è riunita la storica associazione Dante Alighieri, da anni impegnata nello studio, protezione, esportazione, analisi della nostra lingua italiana, per presentare ai giovani il lavoro incommensurabile del regista, attore e pittore Lamberto Lambertini, il quale si è cimentato nell’arco di sette anni nella lettura integrale della Divina Commedia.
Hanno aperto l’evento gli interventi della Presidente Elsa Maria Catapano, che ha accolto e invitato gli studenti alla cura e all’amore verso la lingua e quello della Prof.ssa Maria Cristina Ruggiero, professionista di amplissima cultura che è stata un elemento fondamentale del corpo docenti del nostro I.I.S Telesi@ fino all’anno scorso e che continua ad impegnarsi attraverso la società Dante Alighieri per i ragazzi e per l’amata cultura italiana.
L’opera, divisa ovviamente in 100 canti, si suddivide ancora in tre gruppi:” La maratona infernale”, “La montagna infinita” e “Senza principio e senza fine” (il quale presenta anche la partecipazione di due ragazze che interpretano Beatrice). Ogni film è composto dalla voce dello stesso Lambertini (che all’inizio nemmeno voleva cimentarsi nella recitazione, poiché scisso tra la scelta di una lettura metrica e musicale ed una incentrata sulla narrazione e il “senso” della storia) accompagnata da suggestive immagini riprese in diversi luoghi d’Italia.
Per questo il titolo “viaggio con Dante”: il regista sceglie per ogni canto un luogo assolutamente separato dalla lettura, oppure legato alle parole da un’associazione di idee dello stesso Lambertini. Per esempio, nel canto proiettato integralmente in sala (“Bronzo”, IV Canto dell’Inferno, cioè quello di Paolo e Francesca) viene mostrata l’antica arte della fusione delle campane ad Agnone, chiaramente non legata affatto alla storia dei due amanti. Lamberti spiega la sua scelta dicendo che, psicologicamente, se avesse associato delle immagini che inscenano quello che le parole dicono, Dante sarebbe stato accantonato. Invece in questo modo le immagini sono solo un “sfondo” di sensazioni. In breve, tutte le scelte fatte del regista puntano unicamente a sottolineare la bravura e la genialità di Dante. Particolare non solo la scelta di usare lavori manuali o perduti per l’Inferno, ma anche quella di usare la famiglia come “sfondo emotivo” per il Paradiso dato che “non c’è amore più forte che quello di una madre per il figlio.”
Ci sono stati poi gli interventi e le domande dei ragazzi sull’opera e sull’impatto di questa sul regista. Alla prima domanda che chiedeva quale ruolo, dopo tutti questi anni di studio e digestione della Commedia, questa occupa nel regista Lambertini, la sua risposta è stata semplicemente “Dante mi ha sconvolto per la sua genialità. Mi sono innamorato di Dante. Il mio prossimo film, infatti, sarà sui luoghi dell’esilio del poeta”. Una domanda sul percorso creativo è stata: “Si è mai trovato in una situazione di difficoltà come Dante nella selva oscura? Ha mai passato pericoli per soddisfare la sua sete di conoscenza (come Ulisse)?”. Ovviamente la risposta è stata sì, raccontando anche come, durante il primo anno e mezzo del progetto, Lambertini pensò di associare ad ogni canto una città. Resosi poi conto che un progetto del genere fosse “senza anima”, decise di ricominciare da zero, aspettandosi i rimproveri della Dante (come un qualsiasi altro “committente” avrebbe fatto), la quale invece, entusiasta, lo appoggiò nella nuova idea. È, insomma, uscito dalla crisi, dalla selva, attraverso il genio, che però gli portava un pericolo. Infatti qui si pone spontanea la domanda: “Meglio un percorso sicuro ma vuoto di significato o una strada tortuosa, pericolosa, piena di dubbi ma geniale?” a questo Lambertini risponde indirettamente con il messaggio forse più bello della giornata: “Per fare l’artista non ci vuole talento, che è quasi una distorsione del carattere, ma coraggio”.
Redazione Controluce
[wzslider autoplay=”true”]