C’è un cappottino rosso sopra una pila di vestiti neri.
Un cappottino di quelli che si usano la domenica, di un rosso acceso, con i bottoncini e le decorazioni color oro.
Un cappottino che appartiene ad una bambina, viste le piccole dimensioni: una bambina determinata, coraggiosa, anche se ebrea.
Lei sa che cosa deve fare, cammina per le strade e senza mostrare un minimo di paura, entra in una casa e si nasconde sotto un letto.
Arrivano Loro, i mostri, con le fasce rosse che cingono le loro braccia: impugnano le armi e premono il grilletto ininterrottamente, sparando alla rinfusa sul soffitto, e i proiettili arrivano fin sotto quel letto.
C’è un cappottino rosso, del colore del sangue versato, sopra una pila di corpi bruciati: il cappottino riscalda ancora il corpo senza vita di quella bambina che mai più crescerà.
Verrà buttato dentro una fossa, verrà consumato dal fuoco acceso dal mostro: ma il suo colore rimarrà vivo per sempre.
di Ginevra G. Basile 1ªC2
Liberamente ispirato al film “Schindler’s list” di S. Spielberg.
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