a cura di Teresa Belli 5ª ES1 –
Il giorno 24 novembre 2017 la classe 5ª del LES di Solopaca, accompagnata dalla docente di diritto, ha partecipato al convegno organizzato dall’Università “Giustino Fortunato” di Benevento. Il tema trattato è stato: “La libertà religiosa e nuovi equilibri nelle relazioni tra Stati e confessioni religiose”.
E’ stata un giornata molto interessante e gli interventi effettuati dagli esperti del settore hanno riguardato la libertà religiosa nel suo contenuto giuridico-sociale e nell’ambito dell’ordinamento dello Stato, con un focus su quelle che rappresentano oggi le questioni “calde” di un società, quale quella italiana, sempre più multireligiosa e multiculturale.
Nello specifico sono stati trattati tra gli altri: la libertà religiosa e fenomeno migratorio, libertà religiosa e simboli di fede, libertà religiosa, matrimonio e famiglie.
Il convegno si è aperto con i saluti e con delle considerazioni introduttive da parte del Sindaco di Benevento, Dr. Clemente Mastella, che ha aperto il dibattito sulla libertà religiosa.
Ha introdotto i lavori il magistrato, Dr. Alfredo Mantovano, Presidente della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre, il quale ci ha delineato un quadro del diritto della libertà religiosa e delle sue violazioni in Italia e nel mondo.
Ebbene ciò che ha detto tale magistrato ci ha colpito profondamente poiché attraverso delle slide ci ha illustrato le efferate persecuzioni che vengono perpetrate nei confronti dei cristiani nella società odierna . Ci ha ricordato che tra i paesi che praticano le persecuzioni spiccano in maniera particolare la Corea del Nord, Cina, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iraq, India e Siria. In particolare, il relatore ha definito la Corea del Nord come un immenso gulag dove si registrano le persecuzioni più cruente. Non di meno la Siria dove prima della guerra si contavano 150.000 cristiani ora ne sono 35.000, meno del 78% rispetto al 2011. Come non ricordare il caso di Asia Bibi, una donna pakistana che è in carcere da otto anni, colpevole, a detta dei suoi persecutori, di blasfemia e per tale reato è stata condannata alla pena capitale! Di questo caso come di tanti altri non ne parla nessuno , la stampa internazionale non se ne occupa nonostante la palese violazione dei diritti umani.
Tutto ciò fa rabbrividire poiché non è assolutamente ammissibile che nella società odierna, possano verificarsi ancora tali cose in nome di una religione! Siamo rimasti profondamente colpiti dai racconti del Magistrato poiché noi giovani vivendo in una società completamente diversa, dove il riconoscimento delle libertà dell’individuo in generale e della libertà religiosa in particolare, rappresentano un baluardo delle nostre generazioni e, pertanto, non si può uccidere, torturare, imprigionare in nome di una religione!
Altro relatore ha illustrato il problema della libertà religiosa in relazione al fenomeno migratorio, quest’ultimo alimentato dall’affermazione in Medio Oriente dello Stato islamico. In questi paesi, purtroppo viene chiesto ai cristiani di scegliere tra la conversione all’Islam e l’esilio e ciò contribuisce in maniera significativa al crescente fenomeno delle migrazioni di massa.
Ne emerge un quadro allarmante dove il rispetto alla libertà religiosa continua inesorabilmente a diminuire e i cristiani si confermano ancora una volta il gruppo religioso maggiormente perseguitato.