di Giulia De Fortuna –
Il giorno 16 novembre 2017 il ‘Camper Rosa’ della polizia di Stato ha fatto tappa alle Terme di Telese, dove, nella sala “Goccioloni”, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Telesi@” di Telese Terme hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro con le forze dell’ordine della provincia di Benevento, che stanno promuovendo campagne di informazione e di prevenzione contro il delicatissimo fenomeno della violenza sulle donne. Il progetto, intitolato “Questo non è amore”, si pone come obiettivo quello di sensibilizzare la popolazione e di fornire alle vittime di abusi un mezzo per stabilire un contatto diretto con gli agenti, per raccontare le proprie problematiche e, soprattutto, per trovare il coraggio di denunciare gli eventuali maltrattamenti subiti. In seguito all’intervento del sindaco di Telese Terme Pasquale Carofano e della dottoressa Sorrentino (membro di rilievo delle forze dell’ordine di Benevento), la parola è passata al massimo promotore di quest’iniziativa, il questore di Benevento Giuseppe Bellassai. Egli ha infatti dichiarato che “La polizia di Stato deve esserci sempre, ma per esserci sempre deve stare in mezzo alla gente, condividerne le difficoltà e le esigenze e creare rapporti di fiducia”. Proprio per questa ragione, Bellassai ha accettato di buon grado di rispondere ad alcune domande formulategli dagli stessi studenti, evidenziando l’importanza che riveste questo momento di dialogo nel favorire l’avvicinamento e l’apertura dei cittadini nei confronti delle autorità.
Dopo il saluto del Sindaco Junior Alice D’Occhio, il questore è stato inizialmente intervistato dai ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado, con i quali ha discusso, tra i vari argomenti, anche del ruolo della donna nella nostra epoca, sottolineando come spesso alcuni atti di violenza possano nascere dal fatto che alla notevole emancipazione che ha avuto la figura femminile in questi anni non corrisponda, alla stessa maniera, l’evoluzione della mentalità in una società ancora colorata da tinte maschiliste. Dunque, la donna deve essere in grado più che mai di dimostrare il proprio valore, e, nonostante si siano già compiuti molti passi avanti, è necessario continuare a lavorare affinché ci sia il pieno riconoscimento della figura femminile e si intensifichino le iniziative volte a far comprendere e sradicare gli atti di violenza.
In seguito la parola è passata ai ragazzi del Telesi@, i quali hanno rivolto al questore domande su vari argomenti, chiedendogli di parlare della sua carriera nella polizia, delle differenze riscontrate nella gestione della criminalità tra il territorio siciliano (sua terra natia) e quello campano, dei suoi progetti per il futuro, della sua famiglia, del femminicidio e delle maniere in cui poter combattere il generale senso d’indifferenza che dilaga tra i giovani nel nostro Paese. Bellassai ha raccontato delle tappe più importanti del suo percorso lavorativo, evidenziando particolarmente come la passione per il suo mestiere si sia accresciuta dopo essere tornato in Sicilia, in seguito a vari spostamenti, per essere promosso Dirigente della Squadra Mobile di Polizia. Ha poi spiegato che le capacità professionali per poter svolgere il suo lavoro consistono nell’amore per ciò che si sta facendo, nella dedizione, nella consapevolezza che, per poter crescere, bisogni dedicarsi con impegno e senza riserve alla propria professione, e nella necessità di imparare ad entrare in comunicazione con l’altro. La discussione si è quindi spostata sulla maniera in cui poter conciliare il proprio lavoro con la famiglia, rispetto alla quale Bellassai ha dichiarato di aver avuto delle difficoltà nel trovare il giusto spazio per questi due aspetti della sua vita; tuttavia, alla fine è stato capace di costruire un equilibrio riuscendo a creare un rapporto solidissimo con il figlio in Sicilia, nonostante il nostro questore lavori in Campania. Per concludere, egli ha parlato dell’importanza che rivestono l’impegno e la cultura nel riuscire a raggiungere i risultati desiderati, poiché, in un’epoca come la nostra, dove i continui stimoli percepiti dai mass-media ci mostrano sempre più frequentemente la recrudescenza della violenza, è necessario imparare a non essere succubi, a filtrare le informazioni e a crearsi una coscienza propria, affrontando con occhio critico e determinazione le situazioni, ma, soprattutto, assumendo la capacità di riuscire a distinguere sempre ciò che è giusto da ciò che è facile e trovando il coraggio di denunciare senza paura le azioni più atroci. Un incontro stimolante come pochi, che ha permesso a tutti noi di crescere e di riflettere su tematiche fondamentali, e di mostrare, ancora una volta, come la cultura e l’informazione possano essere gli unici mezzi per combattere i mali della nostra società.