«In termini generali, si può definire il bullismo nel modo seguente: uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. […] Va sottolineato che il termine bullismo non è (o non dovrebbe essere) usato quando due studenti, pressappoco della stessa forza (fisica o psicologica), litigano o discutono. Per parlare di bullismo è necessario che vi sia un’asimmetria nella relazione. Lo studente esposto ad azioni offensive ha difficoltà nel difendersi e si trova, in qualche modo, in una situazione di impotenza contro colui o coloro che lo molestano.»
Chi parla è Dan Olweus, studioso che già negli anni Settanta rifletteva sul fenomeno bullismo.
Il bullismo è sempre stato, ed è tutt’oggi, un tasto dolente della nostra società. Questa problematica, sempre più ricorrente, è stata trattata in un interessante incontro che si è tenuto presso il Centro Bove di Telese Terme il giorno 22/09/2017 e ha visto coinvolti alcuni studenti della classe 4ªL2 nel quadro delle attività alternanza scuola-lavoro e in veste di Peer Educator.
Con una serie di slides proiettate dalla psicologa dottoressa Anna Tecce, si è parlato delle diverse tipologie di bullismo e dei ruoli svolti dai protagonisti di tali dinamiche.
Il bullismo diretto, ad esempio, è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo, mentre il bulli-smo indiretto mira al danneggiamento della vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola.
Nelle azioni di bullismo vero e proprio si riscontrano quasi sempre i seguenti ruoli:
- bullo o istigatore → colui che fa prepotenze ai compagni
- vittima → colui che più spesso subisce le prepotenze
- complice → colui che asseconda l’azione del bullo, alimentando lo “scherzo”
Pare che anche il valore e la stima che attribuiamo a noi stessi possano in qualche modo avere un loro peso nei fenomeni di bullismo. La maggior parte degli studi, infatti, afferma che i bambini vittime di bullismo soffrono di bassa autostima, abbiano un’opinione negativa di sé e delle loro capacità. Tant’è vero che, nella maggioranza dei casi, i ragazzi tiranneggiati dai compagni mettono in dubbio il proprio valore, precipitando in stati di ansia e frustrazione.
In coda il pubblico ha animato un interessante dibattito, segno di partecipazione e profonda preoccupazione rispetto al tema trattato.
Web journalist 4ªL 2