di V. Lavorgna e S. Florio –
La Sicilia, soprattutto in questo periodo, è la meta principale di molti viaggi d’ istruzione, ma pochi, partendo per questo viaggio, hanno avuto la fortuna di atterrare…nell’ aeroporto di partenza! Incredibile ma vero! Questo è ciò che è accaduto alle due classi 4S1 e 3SA1 del Telesi@ in viaggio d’istruzione in Sicilia. Arrivati a Capodichino, in perfetto orario, iniziano a circolare notizie dell’eruzione dell’ Etna per cui non si è certi di partire, ma dopo un’iniziale delusione arriva la sospirata notizia: l’imbarco al gate per Catania. Felicissimi ci siamo imbarcati ma…ahimè la gioia è durata poco! A dieci minuti dall’atterraggio il comandante ci avvisa che saremmo atterrati a Palermo e ciò ha fatto sollevare un grido di gioia da parte del gruppo perché avremmo evitato il lungo tragitto in pullman, ma…. dopo neanche due minuti ….il comandante annuncia il rientro a Capodichino a causa dell’ attività vulcanica dell’Etna. Rabbia e delusione sui nostri volti perché vedevamo sfumare il bellissimo viaggio organizzato con i nostri docenti e strutturato in tutti i minimi dettagli. Siamo scesi dall’aereo con i volti imbronciati e siamo rimasti all’interno dell’aeroporto con la notizia che saremmo partiti appena possibile. Purtroppo siamo dovuti rimanere fino alle diciotto e tutto quel tempo lo abbiamo trascorso a spendere i soldi del buono pasto (fornito dalla compagnia aerea a tutti i passeggeri del volo) tra bar, ristoranti e sushi e a dormire sugli scomodi divani della zona partenze. A risollevarci il morale è stato l’incontro con il rapper Enzo Dong e con alcuni giocatori della serie A della Juve Caserta con i quali ci siamo divertiti molto. Finalmente siamo ripartiti riuscendo ad atterrare all’ aeroporto di Catania e pronti per iniziare il nostro viaggio, che è durato cinque giorni nella meravigliosa Sicilia. Sono tante le peripezie e le cose belle che hanno caratterizzato questo viaggio e noi con una serie di puntate cercheremo di raccontarvele tutte. Il giorno successivo all’arrivo (19 marzo), carichi di energia e di voglia di visitare, abbiamo iniziato il nostro percorso culturale a Segesta, la più importante delle città costruite dagli Elimi, un antico popolo della Sicilia occidentale. Un paese estremamente suggestivo sia per la sua ubicazione, dato che si trova adagiato su un territorio collinare, sia per la sua storia caratterizzata da intrecci tra le vicende legate ai Greci, ai Punici e ai Romani. “Il luogo, rimasto per fortuna solitario e senza nuovi edifici, colpisce proprio perché mette di fronte alla storia come si fosse tornati indietro” scrive Cesare Brandi a proposito di Segesta. È stata un’esperienza speciale poter visitare il teatro e il tempio, monumenti principali di Segesta tra l’altro ancora perfettamente conservati. In particolar modo il teatro che, nonostante sia stato costruito intorno al III-IV secolo a.C., è ancora “in funzione” dato che tuttora, nel periodo estivo, è sede di numerosi spettacoli teatrali. La sua posizione strategica permette agli oltre 4000 spettatori di avere un’ottima fruibilità acustica dei suoni provenienti dall’ ara di Dioniso che noi abbiamo potuto sperimentare attraverso un’esibizione di Gina Romano che ha recitato un monologo ispirato all’epopea di Gilgamesh.
Segesta, come ci ricorda la storia, è stata una città quasi sempre in conflitto con Selinunte, quest’ultima l’abbiamo scoperta con grande ammirazione il giorno seguente. L’ avventura, in quello che oggi costituisce il parco archeologico più grande d’ Europa, è stata resa ancora più piacevole grazie all’ uso di kart per spostarci da una zona all’ altra. Abbiamo visitato l’ Acropoli che attualmente è una zona frastagliata composta da rocce calcaree che formano torri difensive, i resti delle mura e l’agorà (la cui posizione risulta però incerta). Tra i tanti templi quello che più ci ha colpiti per la sua maestosità è stato senza dubbio quello costruito in onore della dea Hera. Un tempio formato da diverse scalinate che determinano un sistema di rialzamenti che raggiungono i 4 metri di altezza nella zona più interna. Il pomeriggio, infine, ci siamo recati a Salemi dove eravamo attesi per contatti presi precedentemente dalla nostra prof. e dove siamo stati accolti dalla gente del posto come fossimo stati vecchi e attesi conoscenti. A Salemi il 19 marzo tutta la popolazione partecipa con fervore alla festa del pane in occasione della festività di San Giuseppe, preparando le cosiddette “Cene” di San Giuseppe. ( La “Cena” consiste in un banchetto che i devoti offrono a tre bambini che rappresentano la “Sacra Famiglia”). Per la preparazione, delle mani esperte realizzano dei pani votivi, di svariate forme, che simboleggiano elementi pagani, religiosi o legati al lavoro dei campi. I pani di dimensioni ridotte vengono posti insieme ad arance e limoni come decorazioni per cappelle di legno, mentre sugli altari all’ interno vengono posti i pani grandi. Il giorno della festa, a mezzogiorno, vengono invitati i fedeli all’ interno della cappella per consumare le 101 pietanze (tra le quali manca la carne perché in periodo di Quaresima), preparate dai fedeli e che noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare. Come da tradizione abbiamo potuto assaggiare gli “spaghetti dolci”, un piatto preparato con zucchero, olio e mollica di pane, oltre allo specifico tipo di pasta, offerto a tutti noi del Telesi@ e siamo stati coinvolti nel rituale che si ripete ad ogni “Cena” dislocata in vari punti della città.
Ma la nostra avventura non si è di fatto fermata a queste sole tre tappo del lungo viaggio in Sicilia. Giorni di sole passati tra i più emozionanti paesaggi siciliani tra arte, storia, tradizioni e gustando arancine, granite al limone, brioche imbottite al sorbetto, cannoli e cucina locale. Tanto ancora dobbiamo raccontare ma scoprirete tutto il resto nelle prossime puntate…Il ritorno è stato tranquillo? Diciamo di sì se escludiamo la paura di non arrivare in tempo al check-in a causa delle strade interrotte, ma con il nostro motto “carpe diem” siamo arrivati in tempo in aeroporto, anzi eravamo anche in anticipo per comprare cannoli e cassatine dell’ultima ora. “Dulcis in fundo” arrivati all’aeroporto di Catania abbiamo appreso che era appena cessato un allarme bomba e che era appena passato il pericolo che eruttasse di nuovo l’Etna. Dopo tutta questa odissea siamo arrivati a casa contentissimi e non ci stancheremo mai di ringraziare i Docenti che ci hanno accompagnati in questo avventuroso viaggio nella bella Sicilia che ancora continuiamo a sognare.
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