di Isabella Santillo –
E’ il ventiduesimo giorno in Québec, Canada. Quasi un mese, da quando tutto è cominciato e se ci penso sento ancora i brividi. Con un po’ di timore, posso dire che sono sembrati molto più lunghi di tutta l’estate trascorsa in Italia, con i miei amici, la mia famiglia, la mia quotidianità e le mie sicurezze. Ma scegliendo di partire ho scelto, di conseguenza, di lasciare per undici mesi l’acquario dove sono nata e cresciuta, per scoprire l’oceano e tornare più consapevole e più ricca; più ricca di cultura, di esperienze, di lezioni e di confronti. Mi sono lanciata in questa esperienza di vita con grinta ed entusiasmo, pronta ad affrontare le inevitabili difficoltà e paure che tutto ciò comporta; inutile dire che non puoi prepararti a quello che poi realmente vivi, e nonostante tu ci abbia pensato per mesi, nonostante tu abbia partecipato a diversi incontri, resti spiazzato. Nell’immensità di un oceano completamente sconosciuto ti rendi davvero conto di quanto sei piccolo e di quanto impegno ci vuole per riuscire a cavartela.
Queste prime settimane sono state un tumulto di emozioni che, semplicemente, ti travolge, senza darti la possibilità di renderti conto di dove sei, con chi, senza chi, e per quanto tempo ci devi stare. Paure, dubbi, insicurezze, domande: “Se non piaccio alla famiglia? Se non imparo subito il francese? Se non riesco ad andare bene a scuola? Se non mi piace il cibo? Se non riesco a dormire? Se mi mancano mamma e papà? Se non avrò amici? Se non avrò una vita sociale perché non ho amici e abito lontano da tutto?…” come vedete, il più delle domande sono così stupide da far sorridere, ma ti invadono le giornate e ti rendono lunatica. Ecco, sono lunatica come non lo sono mai stata. Per fortuna, la famiglia che mi ha accolto è gentilissima e disponibile con me, cercano di farmi sentire a mio agio e, soprattutto, non mi trattano come un ospite; ma devi abituarti ad una casa, un cuscino, un odore, una famiglia, ad ritmi differenti, ad una vita che non ti appartiene. La lingua, primo grande ostacolo se non la conosci, lo è davvero. Per quanto possa sembrare stupido, il non parlare con le persone con cui convivi e il non capire cosa dice il mondo intorno a te è pesante. Non solo devi fare uno sforzo immane per concentrarti, ma ti senti solo, come se l’acqua dell’oceano fosse troppo fredda.
Inutile dire che impari a cavartela. Sei costretto a cambiare, ad essere paziente anche quando vorresti urlare, a sforzarti di andare incontro alle altre persone; non hai più mamma che ti capisce con un solo sguardo, che ti trova le magliette nell’armadio, se non le trovi devi continuare a cercartele da solo. Non hai più papà che ti sbuccia la frutta o ti o ti dice che questo si fa o che questo non si fa. Non hai più le amiche con cui ti senti completamente libera, con cui puoi scherzare. Non hai più niente a cui aggrapparti comodamente, quindi devi rimboccarti le maniche e iniziare a costruire! Devi crearti il tuo posto in un luogo sconosciuto e, soprattutto, nella vita delle persone.
Dopo una settimana di relax, o noia, in cui ho cercato di realizzare dov’ero, ho iniziato la scuola, e mi sono ritrovata catapultata in una realtà completamente diversa, dove non capivo nulla. In effetti, non ha quasi nulla in comune con la scuola a cui siamo abituati e sì, è un po’ come nei film: armadietti, pause, mensa, classi per ogni materia, palestre! Ti coinvolge, ti travolge. Ho subito fatto amicizia e ne sono davvero felice, avere persone che cercano di integrarti e ti fanno sentire a tuo agio è un trampolino incredibile per prendere il volo nella tua nuova vita. Tra la difficoltà di capire poco o nulla durante le lezioni e la paura di non essere all’altezza o semplicemente di non avere buoni voti, il tempo passa veloce quando sono lì.
Con la mia famiglia, invece, ho già fatto tante bellissime cose! Siamo andati a vedere i fuochi d’artificio a Québec insieme ad altre due famiglie che ospitano una ragazza svizzera e una danese, abbiamo colto bleuets e mele, mangiato in un parco stupendo, visitato Québec e il Giardino botanico di Montreal dove abbiamo portato anche la ragazza Svizzera: ovunque mi giro c’è qualcosa che attira la mia attenzione e sto condividendo il mio tempo con persone fantastiche.
Non voglio avere aspettative per i mesi che dovrò vivere perché è sbagliato, preferisco alzarmi ogni mattina pensando che sarà un altro giorno ricco e intenso, un altro giorno in cui imparerò e crescerò, vivendo al massimo ogni dettaglio che questa magnifica esperienza mi offre!
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