di Giovanni Forgione –
Cinque giorni vissuti intensamente ad Amsterdam sono risultati utili ai nostri studenti del Telesi@ della quinta S3 scientifico per trarre degli insegnamenti molto importanti. La civiltà che traspare nella vita quotidiana basterebbe a convincere qualsiasi italiano a trasferirsi nel nord Europa. Non “emigriamo” un po’ per il clima (il nostro è splendido in rapporto a quello freddo oltralpe) e un po’ per l’amore che nutriamo per la nostra terra. Tantissimi i paragoni e le differenze di civiltà che ci dividono dall’Olanda; tra gli innumerevoli esempi uno su tutti: il grande potere della bicicletta che, nella città simbolo delle due ruote, è rispettata più dei pedoni e più delle auto. Tutte le strade di Amsterdam hanno la pista ciclabile: le strade più grandi presentano anche la doppia pista ciclabile a senso unico. Immensi flussi di bici attraversano la città in lungo e in largo; parcheggi di dimensioni smisurate contengono migliaia di biciclette; traffico intenso e corretto di ciclisti con qualsiasi temperatura e qualsiasi pioggerellina; modelli personalizzati di bici con allestimenti originali con a bordo figli, animali, merci, cassetta della spesa, borsa da lavoro. Quindici studenti (uno solo minorenne) ed un docente (il sottoscritto) hanno provato una esperienza di vita basata su uno spirito collaborativo: nei frequenti briefing si sono decise le variazioni al programma in base al meteo o in base alla durata della visita precedente. Il laboratorio di progettazione didattica (La.Pro.Di) ad Amsterdam ha mostrato sul campo che una corretta e preventiva progettazione rende gli apprendimenti più produttivi e più efficaci. I gruppi di lavoro, con le diverse responsabilità, hanno ridotto a zero le improvvisazioni: ad esempio il gruppo “meteo” ha imposto la variazione del giorno destinato al tour culturale in bici nel giorno con clima migliore: allo stesso modo, le ore più piovose sono state destinate alle visite ai musei. Nonostante il clima rigido (da zero a 6 gradi) e nonostante l’alto tasso di piovosità, nei cinque giorni vissuti ad Amsterdam sono state pochissime le occasioni per bagnarsi sotto la pioggia anche grazie all’uso frequente del mezzo pubblico più popolare: il tram. Data la maturità degli studenti partecipanti, il mio lavoro di docente è stato ridotto al minimo. Posso affermare di aver vissuto uno dei La.Pro.Di più belli e più tranquilli degli ultimi anni. Il nostro hotel ha avuto il pregio di trovarsi in una posizione strategica vicina alle maggiori attrazioni della città; nella zona dei musei, a due passi dal Van Gogh Museum e dal Rijksmuseum,a 100 metri dalla grande piazza chiamata Museumplein sulla quale si affacciano anche lo Stedelijk Museum e il Concert-gebouw, il palazzo dei concerti considerato uno dei quattro migliori al mondo per la qualità dell’acustica. La Museumplein, dietro al nostro hotel, presentava anche un grande snodo della rete tramviaria (Van Barleestraat) che ci ha permesso di raggiungere in breve tempo i luoghi più importanti della città e l’aeroporto. Importantissima la scelta di non prenotare né l’intera pensione né la mezza pensione allo scopo di godere di una maggiore libertà sia ad ora di pranzo sia nelle ore serali. Il risparmio per una spesa inferiore è passato in secondo piano rispetto al piacere di differenziare sia gli orari dei pasti sia la scelta dei locali tra quelli di cucina tradizionale, di stile irlandese (pub), di tipica ispirazione americana (fast food) e di cucina italiana. E’ stata apprezzata anche la scelta di usufruire del supermercato e di un panino “fai da te” nelle occasioni in cui c’era poco tempo tra una visita e l’altra. Tra i luoghi più apprezzati e più popolati della città ricordo Piazza Dam, Leidsplein (il vero centro di Amsterdam) e il quartiere delle 9 strade intervallate dai canali più caratteristici, alle spalle di Piazza Dam e del Palazzo Reale. Tra i siti degni di riflessione che abbiamo visitato la Casa di Anna Frank e il Begijnohf. Per contro non sono mancati i momenti di allegria quando la guida del tour in bici ci ha fatto attraversare il quartiere a luci rosse e quando il gruppo ha vissuto le esperienze dell’IceBar a 10 gradi sotto zero e la storia della popolare fabbrica di birra Heineken. I gruppi di responsabilità, programmati un mese prima della partenza, sono stati questi: gruppo “Orario, visite e trasferimenti”: Bello, Onofrio e Paciello; gruppo di controllo “Documenti e Sicurezza”: Cacciola, Riccio e Ricciardi; gruppo “Amministrativo” per cassa comune, prenotazioni e pagamenti: Bello, Di Palma e Riccio; gruppo “Mappe e mezzi pubblici”: Di Palma, D’Occhio e Maio; gruppo “Meteo”: Cacciola, Garofano, Liverini; gruppo “Culturale” per lettura di appunti sui luoghi visitati: Assini, Guarnieri e Pelosi; gruppo “Ristoro”, per le scelte più adatte nei pressi dei luoghi visitati: Di Palma, D’Occhio e Liverini; per la richiesta di informazioni e come interlocutore nelle agenzie lo studente Minieri ha spesso usato il suo inglese perfetto. L’Olanda è il paese delle biciclette per eccellenza e naturalmente anche ad Amsterdam le due ruote sono molto popolari: nessuna città al mondo può vantare un numero così elevato di ciclisti. Nessun mezzo di trasporto offre la stessa libertà ed agilità; la bicicletta consente infatti di recarsi ovunque in modo rapido e confortevole. Vivere 5 giorni ad Amsterdam ci ha fatto toccare con mano quella civiltà che rincorriamo. In ogni quartiere cittadino sono disponibili piste ciclabili e punti di noleggio bici. La bicicletta è il trasporto olandese preferito: ad Amsterdam ci sono più di 600.000 biciclette, per una popolazione di 750.000 abitanti. La bicicletta è un mezzo di trasporto veloce e pulito si può raggiungere qualsiasi angolo della città. E poi, è molto più conveniente rispetto al trasporto pubblico. La città è piena di ciclisti: bambini che vanno a scuola, persone che vanno a lavorare, postini, poliziotti e bike messengers, e, naturalmente, turisti. La città è perfettamente attrezzata per il ciclismo e ha oltre 400 chilometri di pista ciclabile, chiaramente indicate. Questo rende l’uso della bicicletta relativamente sicuro, naturalmente sempre nel rispetto di norme minime e in funzione dll’attenzione costante ed abituale dei pedoni a non calpestare le vie rosse dedicate alle due ruote. Tra gli altri luoghi visitati da citare ancora la Rembrandtplein, la Max Euweplein, le stradine pedonali con gli immancabili gadgets nei pressi di Piazza Dam chiamate Kalverstraat e Nieuwendijk. Citazione a parte per il Vondelpark, che somiglia all’Hide park di Londra e che abbiamo attraversato in bici: questo parco naturale è frequentato da podisti e ciclisti in allenamento come fosse uno stadio; di mattina lo abbiamo ammirato nonostante la temperatura rigida che ha ghiacciato il laghetto rendendolo pista da pattinaggio per i volatili.