di Federica Tomasiello –
Il giorno 15 dicembre 2015 le classi 1ªC1, 1ªC2 e 2ªC2 hanno raggiunto il comune di Montesarchio (BN) per visitare la mostra “ROSSO IMMAGINARIO”.
Con un video introduttivo con alcune indicazioni paesaggistiche e storiche siamo entrati nel vivo della mostra digitale, allestita nelle celle dell’ex carcere borbonico. Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla precisione e dalla cura che viene garantita affinché i reperti mantengano il loro stato di conservazione e trasmettano la loro storia.
Si tratta di “crateri” ritraenti scene di vita quotidiana, quali il simposio o le istruzioni da seguire nella consumazione del vino, che richiamano la mitologia degli dei e degli eroi nelle regole ben spiegate sulla struttura gerarchica che lega dei, uomini ed animali, perennemente presente nel mondo greco antico. Ogni racconto raffigurato sui vasi racchiude in sé un pezzo di noi e una meraviglia.
Alle descrizioni di scene di vita quotidiana si possono aggiungere gli insegnamenti morali indotti da miti più complessi come il racconto di Elettra e Oreste che uccisero la propria madre Clitemnestra e il suo amante Egisto per vendicare l’uccisione di Agamennone, re di Micene e loro padre.
Su un altro vaso viene, invece, narrato il mito di Talos, il gigante di bronzo con sangue di uomo che venne ucciso dagli Argonauti con una freccia conficcata nella sua unica vena, posta in una caviglia.
Impossibile non notare che i miti narrati sui crateri esposti coinvolgono tutti gli ambiti della vita sociale, artistica, politica e militare. Ne sono chiari esempi il mito di Dioniso, divinità del vino e del teatro, che viveva nel mondo dei satiri, mezzi uomini e mezzi animali oppure il mito di Trittolemo che racconta la diffusione dell’agricoltura in tutto il Mediterraneo sul carro alato di Demetra. Interessante il vaso la cui decorazione racconta la storia di Filottete che fu ferito da un serpente mentre sacrificava agli dei sull’isola di Crisa e venne abbandonato per dieci anni da Ulisse sull’isola di Lemno; qui la sua ferita non coagulò fino all’intervento del medico Macadone, alla fine della guerra di Ilio, quando l’esperto gli applicò degli unguenti divini.
Ultimo ma non meno importante è il reperto raffigurante gli dei olimpici nel loro aspetto più ufficiale e solenne, con al centro il grande Zeus e attorno a lui Era e gli altri.
Anche se solo per qualche ora, questa lezione sul campo ci ha permesso di vivere toccando con mano un passato ormai scomparso, volato via sulle ali della libertà e destinato ad annullarsi se non dovutamente coltivato. Un passato basato sull’imperfetta perfezione della realtà che si è riscattato grazie alla gloria dell’IMMORTALITA’ e perciò sopravvivrà nei secoli, nel cuore dell’individuo e della società.
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