di Giuseppe Viscusi –
Si è tenuta, Domenica 21 Dicembre, l’inaugurazione del Parco Archeologico Telese e la riapertura al pubblico della Torre Longobarda dopo i recenti lavori di ristrutturazione. Tali lavori, curati dall’architetto telesino Vincenzo Vallone e fortemente voluti dall’amministrazione comunale, hanno avuto come scopo il recupero e la valorizzazione di un pezzo fondamentale del patrimonio storico e artistico della città. Tantissime le personalità presenti alla cerimonia e al successivo Convegno, tra cui il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. Questo, intervistato dai ragazzi del Telesi@ in veste di inviati della Reporteen Web TV, ha sottolineato con particolare enfasi l’importanza di seri interventi di recupero tesi a rimediare agli innumerevoli danni paesaggistici causati da anni di piani urbanistici scellerati.
La Torre, oltre a rappresentare una notevole testimonianza della presenza Longobarda sul territorio, si configura coma un’importante fonte per lo studio delle tattiche militari difensive di questo popoli. All’interno della Torre, infatti, è presente una riproduzione di una antica catapulta risalente all’ultimo periodo romano la cui realizzazione è stata interamente curata dallo storico Flavio Russo. L’edificio, inoltre, conserva diversi reperti archeologici e la riproduzione di un astrolabio prodotto dai ragazzi del Telesi@ configurandosi come un vero e proprio piccolo museo della città di Telese.
Tante sono state le parole di lode spese da parte delle autorità nei confronti dell’architetto Vallone per la bontà del suo intervento di ristrutturazione.
A chiusura del convegno l’intervento di Vittorio Sgarbi che, con il suo stile volutamente eccentrico e irriverente, è riuscito a tenere il pubblico con il fiato sospeso parlando contemporaneamente di arte e di politica, ponendo più volte l’accento sul dramma della sostanziale ignoranza della classe dirigente nei confronti del patrimonio del nostro Paese. Nel corso del Convegno Sgarbi ha presentato il suo novo libro “ Gli anni delle Meraviglie” raccolta delle opere più significative del periodo che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento. All’interno di questa opera trovano spazio tanto i nomi di artisti importanti e universalmente accettati come capisaldi dell’arte mondiale tanto artisti meno famosi ma non per questo minori in importanza.
Stesso metodo è quello che lo ha guidato nella scelta delle cento opere che saranno esposte nel Padiglione Italia. Egli, infatti, in qualità di Ambasciatore per le Belle Arti di EXPO 2015, ha pensato di esporre cento opere per lui particolarmente significative provenienti da tutta Italia, badando più all’importanza artistica che alla notorietà dei nomi.