Gli studenti Follo Michele e Nunzia Tancredi della classe 4ªSA1, De Blasio Giuseppe della classe 5ªSA2, premiati al concorso di Giornalismo Geppino Tangredi.
Tema della quarta edizione del concorso: “Laudato Si – Casa comune, ecologia integrale, formazione e informazione”.
Lo studente De Blasio Giuseppe ha partecipato con un articolo di giornale dal titolo “Giovani e volontariato”. Attraverso il suo lavoro ha voluto evidenziare come la dedizione al volontariato, alla cura dell’altro, possa rappresentare la giusta direzione da intraprendere, soprattutto da parte dei giovani, in una società come quella odierna, che sembra procedere in tutt’altra direzione rispetto
alla partecipazione, alla condivisione, all’empatia e al sostegno dell’altro.
Gli studenti Follo Michele e Tancredi Nunzia hanno, invece, partecipato attraverso un video giornalistico: “La violenza di genere”, evidenziando come, per tendere a un mondo inteso sempre più come Casa comune, sia necessario partire dai giovani, formandoli attraverso percorsi di diffusione della legalità, stimolando la discussione e il confronto sui temi più urgenti, perché il cambiamento nasce innanzitutto dalla conoscenza.
I lavori sono stati selezionati e premiati, nel corso di una cerimonia, ad insindacabile scelta da una qualificata giuria di esperti sabato 15 aprile presso la sala convegni del centro “La pace” di Benevento.
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“Giovani e volontariato”
di Giuseppe De Blasio – classe 5ª SA2 – Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate
Cosa spinge e motiva un ragazzo/a di 17/18 anni a intraprendere la strada del volontariato? Soprattutto nella società odierna che sembra procedere in tutt'altra direzione rispetto alla partecipazione, alla condivisione, all’empatia e al sostegno dell’altro? Lo abbiamo chiesto a Giovanni, studente liceale dell’ultimo anno del Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate dell’Istituto Superiore Telesi@, che dedica il suo tempo libero al servizio presso la Croce Rossa nel Comitato di San Lorenzello.
“Sin da piccolo ho sempre sentito dentro di me il bisogno di dover fare qualcosa per gli altri, che non necessariamente dovesse essere un gesto eclatante per richiamare l’attenzione. Credo che aiutare gli altri in un mondo che spinge sempre più verso l’individualismo, dove tutto sembra una corsa contro il tempo e una competizione estenuante, possa fare la differenza per molti. È da circa un anno, che mi sono unito all’associazione italiana della Croce Rossa, nello specifico il Comitato di San Lorenzello, più vicino al paese in cui abito, Guardia Sanframondi.” La Croce Rossa Italiana è un’organizzazione di volontariato con diversi obiettivi: dall’ assistenza sanitaria all’assistenza umana, anche in tempo di guerra. C’è da considerare che l’associazione non è unicamente italiana, ma fa parte del Movimento Internazionale della Croce Rossa che si muove a livello internazionale. e si basa su sette principi fondamentali: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità, adottati dal 1965.
“Sin dall’inizio mi è stato spiegato che la Croce Rosa è come una grande famiglia, che si preoccupa dei suoi membri, permette loro di crescere e appassionarsi, non a caso l’età minima per entrare a farne parte è di 14 anni. In un anno sono cresciuto molto, personalmente ho preferito indirizzarmi verso l’ambito sanitario, e di corso in corso esame dopo esame, ho visto la mia persona crescere ed arricchirsi non solo di nozioni, ma anche di esperienze di vita. Ricordo ancora la mia prima esperienza sul 118, svolta durante il tirocinio per soccorritori e vi posso assicurare che è stata una di quelle emozioni che non si dimenticano facilmente: in un momento di calma piatta udii un suono squillante, era il tablet di bordo che ci segnalava un intervento, era un codice giallo per incidente stradale. In pochi secondi l’atmosfera si accese, tutto l’equipaggio cominciò a prepararsi in funzione del proprio ruolo. Saliti a bordo dell’ambulanza le luci si accesero e nel medesimo istante anche le sirene con i lampeggianti e in meno di un minuto eravamo in strada. È quasi impossibile descrivere le sensazioni che si provano, quella scossa di adrenalina che percorre il tuo corpo, la mente che si svuota di qualunque pensiero superfluo perché senti irrompere la responsabilità di occuparti dell’altro e di
doverlo fare nel migliore dei modi. Le competenze che ho acquisito, sono state fondamentali per la mia crescita, e proprio quel fare mi ha sprigionato un sentimento che è difficile da spiegare con le parole, un qualcosa che si prova dentro e di cui se ne sente sempre di più il bisogno. Per questo mi sento di invitare tutti i ragazzi ad avvicinarsi al mondo del volontariato”.
Cosa apprendere, dunque, dalle parole di Giovanni? Fare del volontariato è un’esperienza non solo positiva ma auspicabile: rincorrere il bene altrui ma anche il benessere personale apre la mente, stimola al dialogo, alla riflessione e soprattutto fa crescere l'empatia. Ci fa aprire gli occhi su quanto siamo fortunati per la vita che conduciamo, rispetto a situazioni di disagio o difficolta.
Come diceva Madre Teresa di Calcutta: “chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”.
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“La violenza di genere”