di Giulia Di Palma 5ªS3 Liceo Scientifico –
La cultura è la soluzione, l’unica strada possibile per creare una nuova mentalità. Questo quanto è emerso dall’incontro online “Viva La Costituzione”, svoltosi il 17/03/23. L’ iniziativa, promossa dalla Fondazione Corriere della Sera, ha visto la partecipazione di centinaia di studenti, collegati da tutte le scuole d’Italia, e di Gherardo Colombo, ex magistrato e giurista distintosi per il rilevante contributo in inchieste di notevole portata, quali la scoperta della Loggia P2 e Mani pulite. A partire dal 2007, dopo essersi ritirato dalla professione, egli si è dedicato a numerosi incontri formativi nelle scuole, dialogando con migliaia di ragazzi e prodigandosi per la diffusione dei concetti di legalità e giustizia. L’analisi di Colombo, prende le mosse dalla nostra Costituzione, un documento invidiabile che con la sua entrata in vigore, il 1 gennaio 1948, inaugurò per l’Italia un nuovo inizio dopo il Fascismo, la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza. A 75 anni di distanza tuttavia, nonostante l’estremo impegno e attenzione dei padri e delle madri costituenti nella scrittura di quei 139 articoli, è evidente, che troppo spesso, questi sani principi non trovano effettiva applicazione nella vita di tutti i giorni. È proprio questa distanza tra teoria e prassi, ad aver spinto Gherardo Colombo, nel suo ultimo libro Anticostituzione, a riscrivere in modo provocatorio alcuni dei principali articoli della nostra Costituzione, smascherando così da un lato le promesse deluse e dall’altro offrendo la possibilità di riflettere su quale strada percorrere per costruire una società più giusta.
Per l’ex magistrato la soluzione risiede nella cultura; una nuova cultura da acquisire anche e soprattutto a scuola, ma che non si limiti solo ad un bagaglio di nozioni e di conoscenze teoriche. Si tratta di un concetto molto più ampio, strettamente collegato a quello di libertà, in quanto, come già ipotizzato dal filosofo Francesco Bacone più di quattro secoli fa, sapere è potere. Anche Colombo, sostiene che solo la cultura possa renderci davvero liberi, offrendoci gli strumenti necessari per comprendere e di conseguenza scegliere. Tuttavia, la cultura da sola non è sufficiente, è necessario che essa sia affiancata da un impegno concreto e da un’assunzione di responsabilità da parte di ogni individuo. Condannando fermamente la sconfortante indifferenza che oggi affligge buona parte della popolazione, come emerso dall’alto tasso di non-votanti nelle ultime elezioni, Colombo ha ribadito a più riprese, come ad ogni cittadino spetti il compito di assicurarsi che le norme vengano rispettate anche dai politici, e di intervenire in caso di inadempienza, in quanto “ la legge vive nella misura in cui la facciamo vivere”. Secondo Colombo, solo questa nuova cultura potrebbe far maturare una mentalità quasi kantiana, in base alla quale si compie il bene perché mossi dall’intenzione di farlo e non per il solo tentativo di obbedire ad una legge, che permetta di individuare la strada verso una società più giusta.
La cultura però oltre ad essere la soluzione, è anche la radice del problema. Infatti, rispondendo ad una delle numerose domande degli studenti, dimostratisi molto interessati alla questione, l’ex magistrato, ha avuto modo di spiegare come il motivo del mancato rispetto della Costituzione risieda in molti casi, proprio nella cultura. La nostra società, secondo Colombo, è ancora bloccata ad una cultura pre-Costituzione, una cultura definita del litigio, che consiste nell’incapacità di mediare, che non significa scendere a compromessi, e di riconoscersi reciprocamente. In questa inabilità nel collaborare, risiede anche la motivazione del periodico fallimento dei governi italiani, che da sempre faticano a dialogare tra loro. Ciononostante, la politica italiana può vantare e fare affidamento su una straordinaria carta costituzionale che per alcune sue caratteristiche, come l’essere un documento rigido, tutela e garantisce la separazione dei poteri, salvaguardando la forma repubblicana dal rischio di un potere autoritario.
L’incontro con Gherardo Colombo dunque, non solo ha permesso agli studenti di approfondire tematiche estremamente complesse in maniera più consapevole e tecnica, ma ha anche dimostrato come la politica non debba necessariamente essere appannaggio di pochi, ma possa anche uscire dai palazzi, per essere discussa collettivamente. D’altronde, come ricordato dall’ex magistrato, “ogni nostra scelta è politica”.