di Filomena Alaadik –
Preparare la valigia per prendere un volo è sempre l’inizio di una esperienza che può rivelarsi solo unica. Infatti è proprio così che è iniziata la nostra: il 9 marzo 2022 siamo saliti su un aereo diretto verso gli Stati Uniti, pieni di curiosità e aspettative.
La United Network è una OGN ufficialmente associata al Dipartimento per la comunicazione con status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite. La United Netowork ci ha accompagnati in questo viaggio, che ha la finalità di mettere in comunicazione ragazzi provenienti da numerose nazioni e permettere loro di incontrarsi per dibattere, attraverso vere e proprie simulazioni, su tematiche di attualità, che riprendono esattamente il protocollo ONU.
Le giornate dedicate alle simulazioni sono state entusiasmanti. Ci siamo divertiti a creare patti e alleanze tra i paesi di assegnazione, condividendo ideali o cercando sinergie. E’ stata sicuramente una esperienza che ci ha posti difronte la necessità di prendere delle decisioni e queste decisioni inevitabilmente ci hanno resi cittadini più critici e sensibili di fronte a tematiche che spesso ci sfiorano e che percepiamo come lontane.
Le simulazioni si dividono in diverse tipologie di topic, dette “committee”. La prima committee (DISEC) sta per disarmamento e sicurezza internazionale, la seconda (ECOFIN),come suggerisce il nome, è di economia e finanza, la terza committee (SOCHUM) si occupa di socialità, umanità e cultura, la quarta (SPECPOL) lavora su discussioni di politica e decolonizzazione, la quinta tratta del budget amministrativo e infine la sesta committee impegnata nella legalità (LEGAL). Una volta create le commissioni, queste hanno il compito di trattare un argomento che poi va discusso (in inglese!) al fine di trovare una risoluzione comune a tutti i paesi. La discussione e la ricerca di una mediazione è tra le parti più formative dell’intera esperienza.
Ma il viaggio non si è limitato alle simulazioni ONU, abbiamo avuto anche tempo per esplorare e scoprire. Indimenticabile sarà per noi la sensazione provata la prima volta che abbiamo varcato la soglia del Times Square. Luci, migliaia di volti sconosciuti, musiche provenienti da ogni parte del mondo.
L’America per me resterà quella sensazione, quella densità di vita, di rumori e suoni, luci intermittenti, contraddizioni tra libertà e limiti della finzione. Come il sentirsi enormi e infinitamente piccoli seduti sull’Empire State Building, dove da lontano ci sembra tutto accessibile e trasportabile nel palmo d’una mano. Quella vertigine è diventata vuoto arrivati al Ground Zero. Porterò per sempre dentro di me il profumo delle rose ancora fresche deposte da chi è rimasto per chi invece è stato.
Ci siamo poi orgogliosamente sentiti a casa, vedendo quadri di autori europei in musei importanti come il MoMA e il MET, dove abbiamo potuto ammirare, con il fiato sospeso, il cielo racchiuso in una notte stellata.
È stato un frastuono di emozioni, che forse dovranno decantare per poter essere degnamente raccontate. Nonostante la pandemia, nonostante la guerra, ci siamo sentiti cittadini del mondo.