di Martina Festa 4ªS1 –
Negli ultimi due anni l’Italia ha subito un calo dell’abbandono scolastico. Secondo i dati del Miur, su 4.323.004 studenti della scuola secondaria di I e II grado, sono circa 64.507 quelli che hanno interrotto il percorso di studi. Alcuni adolescenti italiani riprendono a frequentare la scuola l’anno successivo ma questo non è motivo di incoraggiamento. L’Italia è tra i peggiori Stati d’ Europa e il sud, in particolare, è in pole position per abbandono di istituti secondari di secondo grado. La Campania è al secondo posto dopo la Sardegna, e gli adolescenti frequentanti istituti tecnici e professionali sono i più propensi a smettere di studiare prima di aver assolto l’obbligo previsto dalla legge. La causa che induce tutti questi adolescenti a prendere una decisione così estrema, è indefinibile, spesso non c’è una vera e propria motivazione. I fattori sono molteplici, di carattere “economico”, “sociale”, “familiare”,… soprattutto i fattori economici e sociali sono evidenti in ragazzi che provengono da contesti sociali disagiati e/o malavitosi. Essi credono che queste attività illecite siano un’opportunità di guadagno facile in alternativa alla scuola e di conseguenza al lavoro. L’abbandono scolastico avviene anche perché molti di questi giovani non hanno un solido supporto familiare che li indirizzi a compiere delle scelte giuste e credono che frequentare la scuola sia inutile. Gli ultimi dati sull’abbandono ci mostrano una prospettiva confortante, ma ciò non deve far calare l’attenzione delle istituzioni, piuttosto deve essere un motivo in più per procedere verso il miglioramento. L’istruzione deve essere presente in misura maggiore nella vita degli studenti.