a cura di Nilde Crocco 3ªSA2 e Benito Di Santo 3ªSA1 –
foto: Ferdinando Grillo 3ªSA1 –
La lezione sul campo del 29 maggio 2018 ha visto coinvolte le classi terze del Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate avente come meta: Valvisciolo, Ninfa e Sermoneta. E’ stata per tutti noi una giornata indimenticabile in cui è stato possibile coniugare cultura e divertimento. Accompagnati dai docenti prof.ssa A.Rivellini e prof.ssa R.Casale, siamo partiti alle 06,30 e la prima tappa è stata l’incantevole Abbazia di Valvisciolo, fondata nel XII secolo da monaci greci , occupata e restaurata dai Templari nel XIII secolo e quando nel XIV secolo questo ordine venne disciolto subentrarono i Cistercensi. La chiesa è a tre navate di cinque campate, priva di transetto e con abside rettangolare affiancata da due cappelle quadrate. La divisione tra la navata principale e quelle laterali è affidata a pilastri rettangolari che sorreggono archi acuti mentre gli ambienti sono voltati con crociere lisce e le campate sono separate da arcate a tutto sesto. La parete di fondo dell’abside ha tre monofore con arco acuto e un oculo superiore. All’interno non si notano dipinti e ciò è voluto per permettere al visitatore di raccogliersi in preghiera ed elevarsi spiritualmente a Dio, così come voleva l’ordine monastico. All’esterno c’è uno spazio largo dove si trova una meridiana ed un belvedere da dove si può ammirare un paesaggio fantastico. Successivamente abbiamo visitato il Giardino di Ninfa, realizzato sui ruderi della città medievale di Ninfa, nell’agro pontino, vicino a Latina. Il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, situato nell’attuale giardino.Nel XIV secolo la città di Ninfa fu distrutta e dal XVI secolo diversi esponenti della famiglia Caetani ,presenti sul territorio pontino e lepino, decisero di creare un giardino con pregiate varietà botaniche, polle d’acqua e fontane. Tuttavia, solo nell’Ottocento Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani e i suoi figli, realizzarono un vero e proprio giardino in stile anglosassone, bonificando le paludi, piantando cipressi, lecci, faggi, e restaurando alcune rovine, fra cui il palazzo baronale.
La cura del giardino fu continuata dai discendenti della famiglia Caetani, fino all’ultima erede, Lelia, che ha aggiunto diverse specie botaniche e ha istituito la Fondazione Roffredo Caetani che tutt’oggi si occupa della tutela del giardino di Ninfa e del castello di Sermoneta. Dopo la pausa pranzo, con colazione a sacco, ci siamo recati a Sermoneta, comune in provincia di Latina nel Lazio, dove abbiamo potuto ammirare il meraviglioso castello. Venne costruito per volere della famiglia Annibaldi agli inizi del 200, composto principalmente da una torre denominata Maschio e una conseguente contro torre denominata Maschietto. La famiglia Annibaldi cedette nel 1297 i territori di Sermoneta, Bassiano e San Donato al nipote di papa Bonifacio VIII, Pietro Caetani, per la somma di 140 mila fiorini d’oro. I Caetani non risparmiarono nulla per rendere la Rocca degli Annibaldi una vera e propria fortezza militare, con nuovi edifici e ben cinque cerchie di mura, che, grazie a un sistema di ponti levatoi, garantivano la possibilità di isolare la torre in caso di attacco. Sotto Onorato III Caetani, alla metà del XVI secolo, Sermoneta conobbe il momento di maggior splendore: Onorato era un uomo attivo, energico, un vero e proprio comandante nato, come dimostrò partecipando alla battaglia di Lepanto.Segnale importante del pericolo per la famiglia Caetani fu l’agguato di cui si ritrovò vittima lo stesso Onorato, ordito forse dai temibili Borgia. Non appena papa Alessandro VI (Borgia) fu eletto papa (1499), scomunicò immediatamente i Caetani e nel 1500 confiscò tutti i loro feudi, affidandoli ai figli Cesare e Lucrezia Borgia. Alessandro VI completò il maniero con altre opere di fortificazione .
Il castello, che ospitò fra gli altri Federico II e nel 1536 Carlo V, ospitò a lungo Lucrezia Borgia che dimorò a Sermoneta per alcuni periodi sotto il pontificato di papa Alessandro VI Borgia. La fortezza venne attaccata molte volte nel corso dei secoli. Nel 1798 il castello fu saccheggiato dai soldati di Napoleone che lo trasformarono in carcere e ne asportarono 36 cannoni. Il castello tornò di nuovo ai Caetani verso la fine del XIX secolo, con Gelasio Caetani, a cui sono dovuti gli imponenti lavori di restauro dell’antica dimora di famiglia. Nella seconda guerra mondiale, durante lo sbarco di Anzio del 1944, il castello è stato abitato ancora dai Caetani (Roffredo e Marguerite Caetani) e dai loro coloni fuggiti dalla pianura pontina. Dal 1977 il castello appartiene alla Fondazione Roffredo Caetani, creata dall’ultima discendente dei Caetani di Sermoneta Lelia Caetani, scomparsa l’11 gennaio 1977. Siamo rimasti ammaliati da tutto ciò, anche perché abbiamo avuto una guida che ci coinvolgeva senza annoiarci e sollecitava la nostra curiosità. Questa esperienza, oltre ad arricchirci culturalmente, ci ha permesso di socializzare tra studenti di classi diverse,ci ha fatto capire il rispetto che dobbiamo verso luoghi storico-artistici, patrimonio da tutelare e conservare ed infine ci ha fatto riflettere sull’importanza della memoria storica per meglio comprendere il presente. Un grazie ai nostri docenti per questa “ lezione” fuori dalle mura delle aule scolastiche.