di Michela Scotti 5ªSA1 –
Nella soleggiata mattinata di lunedì 29 gennaio noi ragazzi delle classi 4ª e 5ª delle Scienze Applicate e la 5ª LES, ci siamo recati a Napoli . La nostra prima meta è stato il quartiere del Vomero, dove al teatro Acacia abbiamo assistito allo spettacolo teatrale in lingua inglese “The Picture of Dorian Gray”. La scenografia impressionante, ricca di effetti speciali di luci e proiezioni, la compagnia di attori giovani e i dialoghi profondamente espressivi e ben interpretati, hanno reso davvero piacevole la visione di questo spettacolo, riuscendo ad attirare l’attenzione di tutti, anche di chi non fosse già a conoscenza dello svolgimento della vicenda. A fine spettacolo gli attori ci hanno proposto un question-time, durante il quale i ragazzi del Telesi@, con entusiasmo, hanno riempito di domande i protagonisti della scena, che sono rimasti davvero contenti della nostra partecipazione.
All’uscita dal teatro ci siamo spostati verso il centro storico della città e, nel corso del pomeriggio, divisi in gruppi, abbiamo visitato gli interni del Palazzo Reale di Napoli, accedendovi dall’ingresso che si affaccia su piazza Trieste e Trento, confinante con il maestoso teatro San Carlo e la Biblioteca Nazionale, che sono parte integrante del complesso. Il Palazzo è un edificio storico costruito a partire dal 1600 e completato nel 1858, dagli architetti D. Fontana, G. Genovese, con la collaborazione di L. Vanvitelli. Fu la residenza dei viceré spagnoli per oltre 150 anni, usato solo per rappresentanza; poi divenne abitazione privata della dinastia borbonica ed infine, a seguito dell’Unità d’Italia, ceduto a Vittorio Emanuele III dei Savoia, divenne demanio statale, e gli appartamenti furono adibiti a museo e la biblioteca aperta al pubblico. Attraverso le spiegazioni della guida che ci ha accompagnati abbiamo appreso come le decorazioni interne siano state personalizzate con rappresentazioni o allegorie delle diverse personalità di spicco delle dinastie che vi hanno abitato, in linea con le mode del tempo. Si incontrano, infatti, in maniera più o meno armonizzata, lo stile neoclassico dello scalone d’onore, in piperno, sovrastato dalla volta a padiglione (decorata con stucchi rappresentanti gli stemmi del regno di Napoli, di Sicilia, della Basilicata, della Calabria e della casata dei Savoia) e dei marmi dei bassorilievi e le imponenti statue in gesso nelle nicchie laterali, con lo stile barocco e roccocò (che caratterizzano maggiormente gli ambienti interni) dei soffitti affrescati, della mobilia e dei numerosi pezzi di artigianato che adornano le stanze reali, orologi, porcellane, vasi, sculture in bronzo e lavori in pietre dure, perlopiù provenienti dalla Francia e portati a Napoli da Gioacchino Murat, insieme a ricchi tappeti ed arazzi. In questa mescolanza di stili spiccano qua e là tele di artisti europei, specialmente olandesi, o napoletani di scuola caravaggesca, risalenti al Seicento, provenienti dalla collezione Farnese o da raccolte borboniche. Uscendo dal palazzo quando era già calato il sole, ci siamo avviati al pullman accompagnati dalla spettacolare visione di Piazza del Plebiscito colorata da bellissime luci.