a cura di Carla Alaadik 1ª C1 –
Mercoledì 7 febbraio 2018, noi ragazzi delle classi 1ª C1 e 1ª C2 ci siamo confrontati con una tematica impegnativa: mafia e legalità.
Al teatro San Ferdinando di Napoli è andato in scena lo spettacolo “Dieci storie proprio così”, tratto dal progetto “Il palcoscenico della legalità”; un progetto sperimentale e trasversale che mette in collaborazione teatri, istituiti penitenziari minorili, scuole, università e società civile.
Propedeutico alla visione dello spettacolo, nelle nostre classi, si è tenuto un laboratorio formativo, dove il linguaggio e le tecniche teatrali sono diventati strumento per imparare il lavoro di squadra e per meglio comprendere la nostra responsabilità, individuale e collettiva, nei riguardi di logiche e culture mafiose.
Grazie alle spiegazioni di due giovani attori abbiamo compreso l’importanza del nostro ruolo, anche come ragazzi, nei confronti d questa ‘lotta’, dalla quale nessuno deve sentirsi escluso.
Abbiamo preso coscienza che dietro un acquisto può celarsi un’azione illegale, un esempio possono essere i prodotti imitati: acquistandoli, si avvia una circolazione di soldi illecita e quindi pericolosa, per quanto essa possa essere inconsapevole.
Al termine di questo percorso propedeutico, abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale di “Dieci storie proprio così”, una raccolta di testimonianze di coloro che direttamente o indirettamente sono state vittime di questa macchina spaventosa, quale è la criminalità organizzata.
Parte da Napoli nel 2012, ma con il passare degli anni il progetto si arricchisce di testimonianze provenienti da diverse parti di Italia, ed entra in contatto con le scuole e i teatri di altre regioni.
L’obiettivo di questo spettacolo è combattere la rete mafiosa, trasversale e onnipresente, attraverso la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire, e quindi spiegando i complessi legami tra economia “legale” ed economia “criminale”.
Al giorno d’oggi le mafie si sono insinuate in tutti i settori dell’economia, e ci si pone dunque la domanda sul come scardinarla. Non esiste altra risposta dunque nella presa di coscienza che può spingerci a prendere una decisione, ad opporci, a rischiare, a denunciare.
Queste dieci storie hanno come protagonisti coloro che hanno assunto un impegno, consapevoli di correre un grande rischio.
Un ruolo importante può essere svolto dalle cariche pubbliche, come quella del sindaco che deve liberare la sua città dalle logiche mafiose in cui sono fin troppo radicate, da un giornalista, da un testimone, che nonostante i pericoli hanno il coraggio e il bisogno di denunciare.
Tra i personaggi, forse quelli che abbiamo sentito più vicini sono i giovani liceali che fanno di tutto per smascherare le azioni criminali presenti in Emilia Romagna, nonostante gli ostacoli e le minacce.
L’ideatrice di questo progetto è Giulia Minoli che, insieme ad un gruppo di attori e musicisti, afferma: “Portiamo in scena orrori e riscatto per raccontare il prima, l’oggi e il futuro.”
La visione di questo spettacolo e l’adesione ad un tale progetto ci hanno dunque dato un grande spunto di riflessione. Oggi è calato il sipario anche sulla nuova consapevolezza del nostro ruolo. Gli attori di queste dieci storie sono entrati nei nostri cuori, grazie ad una drammatizzazione profondamente sincera, che non ha reso difficile catalizzare la nostra attenzione.
Da spettatori, oggi, muniti di questa nuova consapevolezza, ci sentiamo anche noi protagonisti.
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