A conclusione della nostra prima settimana scolastica, il giorno 9 settembre, noi ragazzi della classe 1a C1, insieme alle classi 3ª C1 e 4ª C1, abbiamo partecipato alla nostra prima lezione sul campo presso la città di Benevento.
Giunti al campanile della Chiesa di S.Sofia, il professore Italo Iasiello ci ha accolti consigliandoci di visitare sempre ogni esposizione museale, osservando con occhio critico, in considerazione del fatto che non sempre l’allestimento di un museo segue un percorso logico e che quindi non bisogna dare nulla per scontato.
Il Museo del Sannio di Benevento raccoglie testimonianze storico-archeologiche di tutte le epoche riguardanti Benevento e la sua provincia. Si divide in quattro dipartimenti: archeologia, medievalistica, arte e storia. I primi tre trovano posto nel complesso di Santa Sofia, l’ultimo nel torrione della Rocca dei Rettori. Nella vicina sede di ARCOS, dai primi anni 2000, l’allestimento di “Iside, la scandalosa e la magnifica” espone le sculture provenienti da un santuario di Iside, edificato in città per volontà dell’imperatore Domiziano.
L’allestimento della mostra permanente intende riprodurre il cosiddetto tempio “a cannocchiale” tipico del culto isiaco.
La prima sala simula il viale d’ingresso monumentalizzato da sculture di leoni e sfingi e conduce al sagrato. L’accesso al sagrato è enfatizzato dalla statua di Domiziano in veste di faraone e dall’obelisco con l’iscrizione dedicatoria in geroglifico.
Nella seconda sala è ricostruito idealmente il sagrato del tempio, con le statue delle adoratrici di Iside e i doni offerti alla divinità. In particolare abbiamo osservato che le vesti delle statue delle di Iside erano caratterizzate da un particolare nodo sul petto, in cui la stoffa era avvolta tre volte; durante le cerimonie e i riti dedicati alla dea le donne indossavano le vesti con questo particolare nodo. La parte terminale della sala riproduce la scalinata di accesso al podio ornata dalle statue di Thot, il dio babbuino, e di Orus, il falco, figlio di Iside e Osiride. Il prof. ci ha fatto notare come le statue dei falchi fossero diverse tra loro; due erano scolpite su un materiale grezzo, e una ci ha colpiti particolarmente perché era lucida, liscia e curata nei minimi dettagli. Inoltre il prof ha fatto riferimento, osservando la statua, all’occhio di Horus, considerato potente amuleto nella civiltà egizia. Successivamente si accede quindi al podio del tempio, decorato da rilievi marmorei rappresentanti scene di culto di cui Iside, nella sua forma alata, è protagonista e in veste di dea protettrice del faraone.
L’ultima sala, dedicata alla cella del tempio, è preceduta da un colonnato con statue di sacerdoti che recano i canopi con i simboli di Iside e Osiride.
Usciti dalla sede di Arcos e rifocillati di dolci e bibite fresche al bar della piazza, ci siamo spostati al Museo del Sannio. Nel giardino antistante abbiamo analizzato delle stele funerarie di epoca romana, sulle quali sono raffigurate le famiglie dei defunti. In questo caso il termine “famiglia” si riferisce non solo al nucleo familiare, ma anche ai servi (famuli), che in alcuni casi venivano liberati dagli stessi padroni. In particolare abbiamo analizzato un fregio dorico su cui sono incisi tre simboli (un’aquila, un capricorno e una prora di nave) riferiti all’imperatore Ottaviano Augusto. L’elemento fondamentale che ci aiuta a risalire ad Augusto è sicuramente l’aquila, perché l’aquila repubblicana (unica o bicefala) si presenta frontalmente con le ali aperte, mentre l’aquila dell’imperatore Augusto si presenta lateralmente. Il secondo elemento è la prora della nave. Ci sono due ipotesi diverse che spiegano il perché sia presente sul fregio: le vittorie delle legioni guidate da Ottaviano contro Sesto Pompeo sul mare sotto i suoi auspici oppure la vittoria di Azio. Il terzo elemento è il capricorno che si dice sia il segno zodiacale dell’ imperatore Augusto. All’interno del museo abbiamo ammirato vasi ed urne di terracotta e ceramiche provenienti dalle antiche città sannitiche esposte in vetrine. Ci siamo poi soffermati con attenzione sull’osservazione delle pregevoli copie romane di statue greche.
Al termine, fisicamente stanchi ma appagati dalla bellezza e dall’armoniosa eleganza del Chiostro, abbiamo ringraziato la nostra impagabile e paziente guida e salutato con un arrivederci a presto le strade e la storia della nostra città capoluogo.
Non di poco rilievo è stato condividere la passeggiata con gli studenti veterani del nostro indirizzo, sentendoci così ben accolti nella nuova comunità!