di Domenico Marotta 4ªSA1 L. SC. Opz. Sc. Applicate –
E ora le mie impressioni ed emozioni…
E’ strano ritrovarsi dall’altra parte del mondo, se ci penso non ho ancora metabolizzato il percorso che ho intrapreso, è successo tutto così velocemente: da un momento all’altro mi sono ritrovato dallo stare con la mia famiglia, i miei amici, le mie sicurezze al prendere, da solo, un aereo per gli Stati Uniti. E’ difficile descrivere la sensazione che si prova durante le interminabili ore del viaggio quando ti ritrovi a riflettere su ciò che lasci, sulla scelta che hai fatto e ti chiedi anche se sia stata quella giusta. I primi giorni, per ora, sono stati davvero i migliori: ho trovato così bello essere in un college con altri ragazzi provenienti da tutto il mondo e relazionarmi e divertirmi con loro. L’emozione più grande di quei giorni? La visita alla meravigliosa quanto suggestiva New York. Ho sempre sognato di passeggiare lungo le sue strade e questo sogno si è realizzato: è la città più strabiliante che abbia mai visto con i suoi giochi di luce, le sue insegne pubblicitarie, i suoi negozi e gli enormi grattacieli, tutto concentrato in un piccolo centro come quello di Times Square.
Il mio arrivo in famiglia è coinciso con un ulteriore cambiamento: mi sono ritrovato di nuovo solo perché qui, in Pennsylvania, precisamente a Jenner dove vivo, non c’è davvero nulla. La mia casa, fuori paese, circondata da boschi e distese immense di prati è quanto di più diverso da New York; la mia è, infatti, una frazione di 700 persone. Nella prima settimana ho sentito particolarmente la nostalgia di casa, soprattutto dei miei fratelli con i quali ero sempre impegnato a litigare mentre ora mi sono ritrovato “figlio unico” in una nuova famiglia… “peggio di così non si può” ho pensato; poi però sono entrato a far parte della squadra di calcio della scuola e la situazione è di nuovo cambiata. Anche la host family è stata molto accogliente con me e da subito ha cercato di farmi sentire come a casa. La prima settimana ho mangiato a pranzo soltanto piatti “italiani” che di italiano, in realtà, avevano ben poco, basti pensare alla carbonara con il cheedar e la pasta al sugo con il ketchup. Sono andato anche ad assistere al football game, che però nessuno guarda realmente; la partita di football è il pretesto per ritrovarsi e parlare. Abbiamo vinto e ciò mi ha permesso di scoprire che, a fine di ogni partita, le mamme dei giocatori preparano un buffet per tutta la scuola.
Il 29 di agosto è iniziata la scuola; è proprio come si vede nei film: gli armadietti, la palestra, il cambio di classe etc etc… L’unico problema che ho per ora è l’inglese perché non capisco granché di quel che dicono. Il clima qui è molto strano, cambia di continuo e si passa da un sole caldo ad un acquazzone improvviso. In tutto ciò è già passato un mese. Il prossimo venerdì ci sarà l’homecoming day, una sorta di ballo della scuola dove noi senior, i ragazzi dell’ultimo anno, votiamo il ragazzo e la ragazza più belli della scuola. Per ora questo è quello che sto vivendo e tra qualche mese, quando inizierà a posarsi la prima neve di un lunghissimo e rigidissimo inverno, avrete nuovi aggiornamenti.
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