di Gaetano Puglia, 4ªS2, Liceo Scientifico –
La lezione sul campo a Sulmona, effettuata dalle classi 3aS2 e 4aS2 , si è rivelata di particolare interesse per le sollecitazioni che la località offre, relative a diversi ambiti culturali. Sulmona, che si trova nella valle Peligna, nel cuore dell’Abruzzo, non distante dal Parco nazionale della Majella, ha dato i Natali a Publio Ovidio Nasone (43a.C.-18d.C), il cantore dell’amore e delle Metamorfosi. La produzione di Ovidio è vastissima e comprende varie opere di carattere amoroso: “Amores” , “Heroides”, “Ars Amatoria”, “Remedia Amores”; di argomento mitologico: “Metamorfosi”, “Fasti”; di carattere personale: “Tristia”, “Epistulae ex Ponto”, scritte dall’esilio. Le iniziali del suo celebre emistichio “Sulmo Mihi Patria Est”, “SMPE”, sono presenti sullo stemma della città e sulle monete coniate nel XV secolo.
Varcando le monumentali porte di accesso, ci siamo trovati nel nucleo centrale della città. Attraversando Corso Ovidio, siamo arrivati alla Cattedrale di San Panfilo, con la sua bellissima cripta, che sorge su un tempio di età romana. Percorsi i giardini pubblici ci siamo fermati al complesso della Santissima Annunziata, costruito tra il 1565 e il 1590, vero vanto dell’arte sulmonese, con il bellissimo campanile che svetta altero tra le case. A Piazza XX Settembre abbiamo sostato ai piedi della statua di Ovidio, e proseguendo abbiamo fatto tappa alla Chiesa di San Francesco della Scarpa, con la sua bellissima abside. A piazza Garibaldi, mentre, abbiamo visto il grande Fontanone realizzato in calcare della Majella. La piazza ospita, ogni anno, due eventi molto sentiti dagli abitanti di Sulmona: la Giostra Cavalleresca e il rito della “Madonna che Scappa”, una rievocazione molto toccante dell’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto. Nei pressi della Piazza si può ammirare l’Acquedotto Medioevale con le sue 21 arcate. Luogo di interesse è anche la chiesa di Santa Maria della Tomba, che conserva l’unico rosone ancora intatto della città. Tra storia e leggenda, è possibile visitare la cosiddetta Fontana di Ovidio, per dissetarsi con la sua “miracolosa” acqua. Un’esperienza “gustosa” è risultata la visita al Laboratorio dell’azienda William Di Carlo, produttrice di confetti e non solo. La fabbricazione del confetto, secondo testimonianze presenti nell’archivio comunale, in documenti datati 1492-1493, iniziò a Sulmona nel XV secolo, mentre la sua lavorazione artistica, si deve alle Clarisse, che, nello stesso periodo, legavano e decoravano i confetti con fili di seta, preparando fiori, grappoli, spighe e rosari. Oggi Sulmona è la patria mondiale del confetto, storica golosità a cui è stato dedicato il “Museo dell’ arte e della tecnologia confettiera”, monumento nazionale. Alla città, inoltre, è stata attribuita la medaglia al valor militare per la Guerra di Liberazione, per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana, durante la Seconda Guerra Mondiale.