Si è conclusa, martedì 5 maggio, la lezione sul campo alla Città della Scienza di Valencia, programmata per gli studenti delle classi 3a e 5a T2 del liceo delle Scienze applicate.
Quante cose abbiamo imparato e quante esperienze emozionanti abbiamo vissuto!
Abbiamo scoperto, ad esempio, che si possono guardare in faccia i cromosomi, per scoprire i segreti del genoma umano, complimentandosi con quel supereroe del cromosoma 7; che si può osservare da un microscopio la Drosofila di Morgan ed essere, dopo solo un’ora, assaliti dalla stessa, rimanendo distesi su di una poltrona dell’Hemisfèric; che si può passeggiare tra le architetture di Calatrava incontrando quelle “sagome” di Bohr, Eisenberg ed Einstain che ci stanno facendo penare a scuola.
Ma non si apprende solo questo da una lezione sul campo.
Oggi sappiamo che estrarre la scheda interruttore della camera dell’albergo, per spegnere più in fretta le luci a notte tarda, può risultare micidiale per la sveglia del mattino memorizzata sul telefonino in carica.
Sappiamo che si può attraversare lo strabiliante parco del Tùria, discutendo, in maniera poco amichevole, con l’acido lattico iperprodotto per volere dei professori e contare, al tempo stesso gli infiniti ponti (ma quando arriva il Puente de las flores?) che ci separano dalla meta.
Sappiamo che un cameriere spagnolo può essere un ottimo complice per lasciare (finalmente!) senza parole la “vecchia” professoressa di Scienze.
E’ fantastico FARE Scienza in questo modo: noi, già innamorati di lei, abbiamo giurato alla Scienza amore eterno (finché dura)!