di Nathalie Fiorillo –
Einstein, prima ancora di essere un grande scienziato, è stato un visionario, un uomo che viaggiava con la forza dell’immaginazione. Egli diceva infatti:”La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”.
Fu proprio questa scintilla rivoluzionaria delle menti innovative di Einstein e del fisiologo tedesco G.F. Nicolai a far sì che, nel 1914, già circolasse l’idea che la pace si potesse costruire solo in un’ Europa unita attraverso la forza del Sapere. In quella occasione, infatti, i due uomini stilarono il Manifesto agli Europei, in cui esortavano artisti e scienziati a dare il loro contributo di ricerca senza frontiere territoriali, per creare una pace duratura nell’ Europa del domani. Quella scintilla a suo tempo non divampò. Il Manifesto ottenne allora solo quattro firme, delle quali due erano degli stessi inventori. Ma oggi, circa un secolo dopo, noi giovani delle generazioni a venire, siamo qui nella città eterna, seduti nell’aula convegni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, attratti dalla voci di uno scienziato e di un fisiologo, come se quella scintilla fosse pronta ad infiammare gli animi solo se avesse trovato le condizioni favorevoli per divampare. E’ emozionante pensare che quelle condizioni siamo noi.
<<Noi dichiariamo qui pubblicamente la nostra fede nell’unità europea: una fede che crediamo condivisa da molti>>. E’ sconcertante, come ha dichiarato il presidente del parlamento europeo Martin Schultz, che la fede dei due scienziati sia rimasta per lungo tempo tradita. “It’s on you” è il termine che gli inglesi usano per indicare che adesso è il nostro turno per cambiare il mondo, è il momento della generazione Y, fatta di viaggi, di scoperte e di innovazione. Una generazione che ha imparato a conoscere i vantaggi e anche la bellezza di vivere in uno spazio culturale ampio, che mantiene e valorizza le diversità abolendo le frontiere. Il merito è soprattutto della scuola che ci permette di viaggiare,di uscire dallo spazio delle classi, per vedere che fuori i confini dei libri, della storia, della geografia già scoperta, c’è un universo immenso e compatto, proprio come dovrebbe essere l’Europa. Perchè la forza deriva dall’unione, dai legami e ogni giorno il mondo ce lo dimostra facendoci aprire gli occhi e facendoci capire che la solitudine è debolezza; e chi più di noi adolescenti può saperlo.
In un mondo dove vige “la legge del più forte”, dove i fondamentalismi rischiano di diventare modelli di vita, abbiamo bisogno di uno spazio europeo che superi le barriere dei singoli stati e che faccia di tutti i cittadini dell’Europa un popolo compatto, anche se con idee contrapposte. Non vogliamo l’appiattimento della globalizzazione, ma un luogo dove le idee viaggiano e si scontrano, dove i sentimenti che bruciano negli animi si facciano sentire e dove la cultura possa infiammare le nostre menti.
Una cultura che è fatta di teoremi e di formule complicate come di letteratura e di arte. Colpisce,infatti, che il manifesto sia rivolto agli artisti oltre che agli scienziati forse per superare anche la divisione tra il pensiero scientifico e pensiero umanistico, numeri e immagini, perché se lo scienziato perde di vista l’uomo non ci potrà mai essere pace.
[wzslider autoplay=”true”]