La 4ªC1 –
Ultimo giorno in terra greca, dedicata a ben tre “bellezze” di questa antica nazione: Epidauro, Micene e lo stretto di Corinto. Cominciamo dal collegamento tra mar Egeo e Ionio che, seppure realizzato alla fine del 1800, è stato un progetto cominciato dall’imperatore romano Nerone, non portato a termine per la prematura morte. Oggi mostra i suoi limiti per la strettezza e le pareti scoscese, visto che le dimensioni delle navi sono notevolmente aumentate, non dimenticando i danni che un terremoto, in questa zona sismica potrebbe provocare.
Eccoci ad Epidauro, sede del santuario di Asclepio, fin dal secolo IV-III a.C. e sede di uno dei teatri meglio conservati del mondo greco. Proprio questo, rappresenta, non solo con i suoi sedili il rapporto della sezione aurea, ma anche esempio di acustica perfetta. Mettendoci al centro, in una posizione segnalata da un cerchio di pietra, persino l’accensione di un fiammifero o una carta accartocciata sono ascoltati in ogni ordine di posto. Ancora oggi in estate, si tiene un festival teatrale e gli attori recitano senza microfoni. Quello che resta del tempio di Asclepio, poche colonne rotte, non rende l’idea di quanto grande ed importante fosse stato. Infatti, il tempio, che risale al IV secolo a. C., era un periptero dorico con 6 colonne sui lati corti e 11 se quelli lunghi. Sui frontoni marmorei erano rappresentate la caduta di Troia e una battaglia con le Amazzoni; la cella ospitava la statua crisoelefantina del dio. Il recinto sacro comprendeva, oltre al tempio di Asclepio e a templi in onore di altre divinità, una thòlos a forma di labirinto: si suppone che l’edificio fosse riservato ai serpenti sacri di Asclepio o che vi fosse una sorgente sacra.
Ultimo sito, nel quale abbiamo fatto tappa, è stato la cittadella fortificata di Micene. Sebbene sotto una pioggerellina sottile, abbiamo scalato le rocce , immaginando la reggia e il wanax, la guerra di Troia e i forti guerrieri dell’epoca micenea. Se oggi possiamo ammirare le rovine dell’antica Micene è grazie a Heinrich Schliemann, archeologo famoso anche per aver scoperto i resti della città di Troia. Gli scavi comprendono, oltre la reggia e il wanax, l’acropoli, la Porta dei Leoni, la tomba di Agamennone, e i vari corredi funebri ritrovati, che abbiamo potuto ammirare nel museo adiacente agli scavi. Qui, molti sono stati i gioielli e i vari accessori ritrovati, ma sicuramente quello più importante e più attraente è stato il corredo funebre attribuito ad Agamennone, tra cui si poteva ammirare la famosa maschera che prende il suo nome, le spade, le coppe, i gioielli. Il nostro viaggio in Grecia,purtroppo,finisce qui. Non resta che chiudere le valigie per ritornare a casa ,arricchiti da una nuova esperienza.
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