di Giuseppe Viscusi –
Sabato mattina gli studenti dell’ Istituto di Istruzione Superiore Telesi@ hanno assistito ad un’emozionante lezione tenuta dal professore Stefano Mastroianni, ricercatore presso l’INFN e ex alunno della Dirigente Domenica Di Sorbo, incentrata sulla Radiazione Cosmica.
Facenti parte dei “messaggeri cosmici” i Raggi Cosmici sono particelle cariche costituite principalmente da protoni e in parte minore da nuclei di elementi più pesanti; essi rappresentano una fonte inesauribile di informazioni provenienti dallo Spazio. Questi, infatti, colpiscono numerosissimi l’atmosfera terrestre fornendo notevoli informazioni sulle regioni che li hanno generati ossia oggetti astrofisici particolari come buchi neri, pulsar, stelle a neutroni ecc..
Lo scontro tra raggi cosmici ad alta energia e l’atmosfera terrestre genera una cascata di nuove particelle dando la possibilità di studiarne le interazioni. I Raggi Cosmici, quindi, hanno avuto un ruolo fondamentale nella nascita e nell’evoluzione dello studio della fisica delle particelle in un’epoca in cui gli acceleratori di particelle non erano ancora nati.
La difficoltà nello studio di eventi naturalmente casuali e di difficile individuazione rende necessario la costruzioni di ampi e articolati apparati di rivelazione. Proprio ad uno di questo ha preso parte, sin dalla sua laurea, il prof. Mastroianni che ha potuto riportare l’esperienza agli studenti. Il progetto in questione è ARGO nato dalla collaborazione italo-cinese; la costruzione è cominciata nel 2000 e la raccolta di dati nel 2006 per concludersi nel 2013. Interessante è stata la descrizione del rivelatore progettato e realizzato dall’INFN. In virtù dell’elevato numero di particelle generate dall’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera e della loro distribuzione su ampie superfici, gli apparati di sciame, come nel caso di ARGO, devono poter avere una grande area sensibile e una struttura segmentata. Il rivelatore risulta costituito da tantissimi unità fondamentali che sinergicamente lavorano all’interno della struttura complessiva. ARGO, installato in Tibet a circa 4300 metri di altezza, ha generato una elevata quantità di dati che ora vengono analizzati da un team di circa cento fisici italiani di cui fa parte lo stesso prof. Mastroianni.
Passi enormi sono stati compiuti dal periodo in cui lo studio dei Raggi Cosmici era affidato a mezzi rudimentali come gli elettroscopi fino alla progettazione di complessi progetti di ricerca come ARGO. Ancora tanti sono, però, gli interrogativi e i dubbi circa questi “messaggeri cosmici”. Oggettive difficoltà, come l’impossibilità di determinare la provenienza dei Raggi a causa delle deviazioni che subiscono da parte dei campi magnetici data la loro carica elettrica, rendono ancora necessario un attento studio del fenomeno.
Un ringraziamento particolare va da parte di tutti gli studenti al professore Mastroianni per la disponibilità dimostrata nel tenere una lezione formativamente molto importante e anche fondamentale per far crescere, in ognuno, il senso di curiosità centrale nella ricerca scientifica. Inoltre la passione con la quale il professore Mastroianni ha parlato sia della sua esperienza in ARGO, della quale ha riportato anche aspetti correlati alle relazioni sociali, sia del suo rapporto con la professione che svolge ha reso ai presenti chiara una cosa. Solo la passione e la dedizione disinteressata possono portare ai più grandi risultati nella propria vita che devono essere visti si come traguardi, ma anche come nuovi punti di partenza. Perché la ricerca continua, sempre e questo il giovane prof. Mastroianni lo ha trasmesso a tutti benissimo.
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